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Diga Blufi, si mobilitano i sindaci di tre province

CALTANISSETTA. Sindaci nisseni, agrigentini e pure palermitani si mobilitano contro la perdurante assenza di un piano di completamento dei lavori di una delle grandi incompiute della Sicilia: la diga di Blufi, i cui lavori si sono fermati nel lontano 1990. Da allora l'invaso, che dalle Madonie avrebbe dovuto portare enormi quantità di acqua in tre provincie siciliane, è rimasto un grande progetto realizzato a metà. Insomma, la Sicilia non ha mai sfruttato a pieno le potenzialità di una diga che permetterebbe di alleviare la sete di migliaia di siciliani. Ora i sindaci del comprensorio protestano e chiedono alla Regione di promuovere il completamento dell'opera. Il primo ad appellarsi alla mobilitazione è Pino Di Martino, il sindaco di Castellana Sicula, paesino di poche anime della provincia di Palermo, che ha promosso un incontro con gli altri primi cittadini a cui ha preso parte anche l'assessore regionale al territorio Mariella Lo Bello. Progettato nel 1963, l'invaso avrebbe dovuto raccogliere 22 milioni di metri cubi di acqua proveniente dal fiume Imera. Ma ahimè i lavori si fermarono dopo cinque anni senza contare una spesa di 133 miliardi di lire. Ora, per completare l'impianto, occorrono altri 155 milioni di euro. Durante l'incontro con gli altri amministratori, sindacalisti e cittadini, il sindaco Di Martino ha lanciato un appello perché si ponga fine alle procedure avviate mezzo secolo fa che "ci consegnano un doppio risultato negativo: la devastazione dell'ambiente e l'assenza di acqua specialmente nei centri delle province di Caltanissetta e di Agrigento".
(GI. TA.)

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