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L'ira di Berlusconi: "Mi vogliono eliminare, pronto a far saltare tutto"

A far precipitare la situazione sono le notizie che arrivano dalla giunta per le elezioni. Il Pd non ha nessuna intenzione di concedere spiragli al Cavaliere

ROMA. L'ordine che arriva da Arcore ai parlamentati del Pdl è chiaro: tenersi pronti a tutto anche a far saltare il banco in poche ore. Silvio Berlusconi torna sul piede di guerra, pronto a staccare la spina già nelle prossime ore al governo Letta e a giocarsi il tutto per tutto. A far precipitare la situazione sono le notizie che arrivano a villa San Martino dalla giunta per le elezioni nel corso della giornata dove il Partito Democratico, spiegano all'ex premier, non ha nessuna intenzione di concedere spiragli: Che vi avevo detto - è il ragionamento fatto con i fedelissimi - hanno la possibilità di eliminarmi dalla scena politica ed andranno fino in fondo.

I venti di crisi quindi sono tornati a spirare con forza e non è escluso che già domani come annunciato dal capogruppo del Pdl Renato Schifani la maggioranza di governo arrivi al capolinea. Il presidente dei senatori infatti lancia un ultimatum accusando il Pd di tenere ''un inaccettabile atteggiamento'' se intende votare con i Cinque Stelle ''contro le pregiudiziali formulate dal relatore. Se dovesse succedere questo - avverte - non credo che si potrebbe più parlare di maggioranza a sostegno del governo". Una dichiarazione concordata direttamente con Berlusconi, dopo un vorticoso giro di telefonate.

In attesa di capire cosa accadrà il giunta, il Pdl comunque si prepara e fissa per dopodomani alle 13 una riunione congiunta dei gruppi a cui dovrebbe prendere parte anche il Cavaliere. Il condizionale è d'obbligo visto che lo stesso ex capo del governo è il primo, nonostante la rabbia, a non aver preso ancora una decisione finale. Ecco perchè tutto è ancora da definire, la diffusione dell'orami famigerato messaggio televisivo così come la partecipazione a San Remo alla kermesse del Giornale. Pare infatti che anche la stessa riunione dei gruppi congiunti sia nata dopo il pressing di diversi dirigenti del partito affinchè il Pdl abbia una linea ufficiale. Il rischio che l'assemblea si trasformi in una 'dichiarazione di guerra' al governo è molto alto. Le colombe pidielline proveranno a tentare un'ultima mediazione prima della riunione del voto in Giunta per capire se ci sia da parte del Pd disponibilità a prendere tempo.

Nel frattempo l'ex capo del governo si prepara a qualsiasi scenario. I suoi uomini più fedeli sono i primi a riconoscere che l'ex capo del governo mai come in questa situazione si sente messo in un angolo: sa perfettamente - spiega uno di loro - che non è facile andare alle elezioni e che il rischio di un'altra maggioranza è molto alto. Però piuttosto che restare in balia
del Pd l'ex premier avrebbe preso in considerazione anche l'idea di fare campagna elettorale dai domiciliari. A chi infatti come i familiari e i vertici aziendali continuano a consigliargli prudenza l'ex premier replica con una serie di riflessioni: Io non vorrei mettere in discussione il governo, Enrico Letta lo sa bene ma - spiega ancora - se il Pd in questo momento nostro alleato vota per la mia decadenza, noi dobbiamo dare un segnale forte. A questo poi si aggiunge la diffidenza che l'ex premier continua a nutrire nei confronti del Quirinale. Nonostante i figli continuino a pressarlo per fargli fare un passo indietro e avviare le pratiche per la richiesta della grazia, Berlusconi continua a tergiversare: chi mi assicura - è la replica - che Napolitano dica di sì.

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