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"Laurea falsa alla Bocconi", Lo Nigro rischia un altro processo

L'ex dirigente dell'assessorato al Lavoro è stato arrestato per essere uno dei presunti membri del «sistema Giacchetto»

PALERMO. Altra tegola per Gaspare Lo Nigro, detto Rino, arrestato nelle scorse settimane per essere uno dei presunti membri del «sistema Giacchetto» con cui avrebbe formato un'associazione a delinquere che avrebbe sfruttato a proprio piacimento le risorse comunitarie destinate dall'Unione europea a un ente di formazione professionale. L'ex dirigente dell'assessorato al Lavoro e direttore generale dell'Agenzia dell'impiego, rischia infatti il processo per truffa. L'udienza in cui il gip Michele Alajmo ne deciderà il rinvio a giudizio è stata fissata a dicembre.  Secondo il pm Maria Forti, Lo Nigro ha ricoperto il ruolo di dirigente generale esterno alla Regione tra l'1 gennaio e il 30 giugno 2010 senza averne i requisiti. Per accedere al concorso, infatti, Lo Nigro ha inviato alla Presidenza della Regione il curriculum vitae, datato 28 dicembre 2009, in cui attesta falsamente di avere la laurea in giurisprudenza e il master in gestione delle risorse umane, entrambi conseguiti alla Bocconi di Milano. Una truffa che gli è fruttata in appena sei mesi circa 93 mila euro.  Il dirigente dell'assessorato regionale al Lavoro era già finito all'attenzione dei pm nel 2009 quando una sua foto venne trovata nel covo boss di Altofonte Mimmo Raccuglia.  Del funzionario, negli anni, avevano parlato diversi collaboratori di giustizia: da Gioacchino La Barbera a Giovanni Brusca, che racconta dell'amicizia tra lui e suo fratello Emanuele. Secondo alcune dichiarazioni di Brusca, Lo Nigro sarebbe stato anche l'autore dell'anonimo che nel '92 ipotizzava che esponenti politici avessero stretto con Cosa Nostra nuovi accordi tesi a garantire impunità ai boss.

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