GELA. L’Arpa punta l’indice accusatorio contro la Raffineria, denunciando un’alta concentrazione di sostanze inquinanti nell’aria. Dai rilevamenti di due centraline è stato possibile confermare una particolare presenza di benzene, toluene, xileni, idrocarburi non metanici. Secondo la relazione dell’Arpa, che sarebbe stata inviata anche alla Procura, sono emersi valori di concentrazione degli inquinanti nettamente superiori rispetto a quelli normalmente registrati. I dati sono scaturiti dall’attività di monitoraggio della qualità dell’aria effettuata da due centraline in particolare, quelle installate presso il parcheggio Agip e l’ex autoparco comunale. A seconda della correlazione tra i dati di concentrazione nelle particolari fasce orarie e la provenienza dei venti, i tecnici dell’Arpa sono giunti alla conclusione che in generale “l’inquinamento proviene dall’area del petrolchimico di Gela”. Le centraline hanno incriminato il perimetro che include l’area dove insiste il petrolchimico nel periodo compreso tra maggio e giugno. Non si esclude che le attenzioni anche in questi giorni siano concentrate particolarmente sui grafici dei rilevamenti delle centraline di controllo della qualità dell’atmosfera. I dati, comunque, prima di essere confermati, impongono un’ulteriore verifica. Potrebbero entrare in gioco altri fattori di responsabilità sull’inquinamento nell’atmosfera oltre all’attività delle ciminiere del colosso energetico Eni. I tecnici dell’Arpa potrebbero decidere di avviare una verifica incrociata con le rilevazioni effettuate dalle centraline dell’Asp dislocate nel territorio. Bisognerà comprendere se anche in altre aree della città sono emersi gli stessi inquinanti prima di indicare con certezza responsabilità sull’area del petrolchimico. In attesa di una valutazione, rimane preoccupazione per la tutela della salute della popolazione e, in generale, dell’ambiente.
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