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Rivolta dei privati: ora esami a pagamento

Da giovedì una ventina di strutture convenzionate non accetterà le esenzioni: una tac costerà 220 euro. I sindacati: tagli della regione insostenibili. La replica del governo: i finanziamenti sono invariati

PALERMO. Da giovedì prossimo i laboratori d'analisi associati al sindacato Fenasp faranno pagare per intero gli esami, anche ai pazienti esenti dal pagamento del ticket. Scelgono la linea dura una ventina di centri, tra singoli e associati in consorzi, sparsi in tutta l'Isola, all'indomani della pubblicazione dei decreti dell'assessorato regionale alla Salute, con cui viene recepito il decreto Balduzzi e riscritto il tariffario dei rimborsi secondo prezziari considerati dai privati meno vantaggiosi rispetto a quelli finora in vigore.
Una partita delicatissima, quella che si sta giocando alla Sanità. Anche le altre sigle - Ctds, Ferbiologi, Federlab, Laisan, Anisap, Asilab, Cssp-andiar, Sara, Confapi, Abs - proclamano lo stato di agitazione e in una nota si dicono pronte a uscire dal sistema sanitario regionale e, dal primo giugno, giorno in cui entrerà in vigore il Balduzzi, a sospendere l'erogazione delle prestazioni specialistiche dietro ricetta, con il risultato che anche gli esenti ticket pagheranno le prestazioni per intero. Nessuna convenzione, nessuna ricetta medica, nessuna agevolazione, neanche per i malati oncologici. In alternativa, ci saranno gli ospedali. Martedì le sigle si incontreranno a Caltanissetta per programmare altre forme di lotta.
Secondo le prime stime delle associazioni il nuovo tariffario sarà una mazzata, perché non consentirebbe di coprire i costi di esami e visite. «Nel nostro caso - dice Mimmo Marasà, leader di Ctds - subiremo un taglio di circa il 30 per cento». In sostanza, significa che la Regione rimborserà ai laboratori il 30-40 per cento in meno a prestazione. L'emocromo, ad esempio, passerà da cinque euro e mezzo a 3,30. «Per il paziente non cambia nulla», sottolinea in una nota l'assessore Borsellino. Ma le sigle hanno annunciato una protesta più dura: «Lavoreremo come se fossimo dei privati, facendo fare gli esami a pagamento, secondo le tariffe del prontuario Asp», spiega Marasà.
Secondo i sindacati, il taglio dei rimborsi inciderà anche sul personale: «Dovremo ridimensionare le strutture per allinearci alle riduzioni, con il rischio di perdere in Sicilia 4 mila posti di lavoro», tuona Felice Merotto, leader del Fenasp. Secondo Pietro Miraglia della Federbiologi «il tavolo tecnico non è servito a nulla. Dopo varie trattive, abbiamo saputo che il decreto era stato già stato inviato ai manager, senza che ne fossimo informati».
Ad essere sul piede di guerra sono anche i centri di radiologia convenzionati. Vincenzo Lo Re, presidente del sindacato Sara, spiega che i costi di gestione per i centri di radiologia sono ancora più alti rispetto a quelli dei laboratori di analisi, perché mantenere le attrezzature come le Tac comporta delle spese altissime per i titolari. Qualche esempio: se finora in un centro radiologico convenzionato per una Tac all'addome la Regione ha rimborsato 220 euro, adesso ne rimborserà il 30 per cento in meno. Così come per le risonanze e le ecografie. Anche loro, dunque, aderiranno alla protesta.
Ma l'assessore Borsellino spiega che rispetto al 2012 il budget annuale che la Regione rimborsa ai laboratori è lo stesso. A cambiare è la richiesta dell'assessorato di un numero maggiore di esami, a fronte delle stesse risorse corrisposte. Per questo motivo «le nuove tariffe potranno consentire l'erogazione di maggiori volumi di prestazioni, influendo positivamente sulla riduzione delle liste di attesa».

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