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«Uova? Consumare al massimo due volte alla settimana»

Eccedere non fa mai bene, neppure nel consumo delle uova. Alimento ricco di valori nutrizionali, è importante tanto nella dieta dei grandi quanto in quella dei più piccoli, ma senza farne abuso.
«Le indicazioni per un’alimentazione adeguata – spiega Silvio Buscemi, dirigente del dipartimento di Medicina interna, nefrologia e ipertensione del Policlinico di Palermo – ci dicono di non superare le due volte a settimana, anche se vorrei rilevare come nell’antica dieta mediterranea il consumo di uova era addirittura di almeno quattro volte ogni sette giorni. Il colesterolo in esse contenuto, infatti, non ha un impatto peggiore sulla colesterolemia (la concentrazione di colesterolo nel sangue, ndr) di quello causato dal consumo di carni rosse».
Il rispetto dell’organismo, però, passa anche attraverso la modalità di preparazione delle uova di cui ci cibiamo: «L'uovo alla coque – continua il docente – rappresenta la procedura di cottura migliore, dal momento che lo rende più digeribile. Inoltre, mentre l’uovo sodo perde molte delle sue proprietà, quello fritto di per sé non è l’optimum da un punto di vista salutistico. Naturalmente – sottolinea – bisogna sempre fare una distinzione se si parla di persone che hanno problemi cardiovascolari o di chi non particolari problemi di salute».
E a proposito di benessere, l’uovo oltre ad essere un alimento importante nella dieta degli adulti, è un pasto che le mamme dovrebbero sempre portare a tavola per i propri figli: «Tradizionalmente – aggiunge Silvio Buscemi – l’uovo ha grandi proprietà nutrizionali per i bambini, motivo per cui, in misura opportuna, ne è auspicabile la consumazione.
In passato, le mamme hanno allevato i più piccoli di casa con le uova ”sbattute”, oggi l’uso ne è diminuito e, peggio ancora, è stato sostituito con quello di merendine e cibi con un valore nutrizionale decisamente peggiore. Bisognerebbe tornare ad invertire questa tendenza».
Lo specialista del Policlinico di Palermo, infine, invita i consumatori a «fare attenzione al tipo di allevamento da cui hanno origine le uova – sottolinea –. Le qualità di questo cibo, infatti, dipendono principalmente da ciò che è stato dato a mangiare alla gallina, dal concime utilizzato negli allevamenti. Più si resta vicini alla natura e ai suoi prodotti, meglio è», assicura infine Buscemi.

P. PI.

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