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Delitto padre Puglisi, tolta la scorta a testimone di giustizia

Con la sua testimonianza, il 45enne Giuseppe Carini ha permesso di fare arrestare gli esecutori dell'omicidio nel 1993 del prete di Brancaccio. «È inaccettabile», ha commentato

AGRIGENTO. Giuseppe Carini, 45 anni, che con la sua testimonianza ha permesso di fare arrestare gli esecutori dell'omicidio nel 1993 di don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio, non ha più la scorta. Questa mattina - accompagnato dall'imprenditore di Bivona (Ag) nonchè presidente
dell'associazione nazionale testimoni di giustizia Ignazio Cutrò - ad Agrigento ha deciso di mostrare, dopo 18 anni di vita segreta, il suo volto. Lo ha fatto, rilasciando un'intervista al sito internet di informazione «Agrigentonotizie» e ad una emittente locale di Agrigento, in segno di protesta. «Lo Stato che ieri ha celebrato il ricordo delle vittime, - ha detto Carini - oggi ha deciso di non predisporre dispositivi di sicurezza per i testimoni di giustizia. È inaccettabile». Carini, era uno degli ex ragazzi del parroco di Brancaccio. «La mia è stata un'esperienza di fede e di riscatto civile, di impegno quotidiano accanto a don Pino Puglisi, fatta di gesti semplici in favore dei più piccoli, per garantire i loro diritti fondamentali», disse emozionato e con il mephisto sulla testa il 16 dicembre 2011 in pubblico dal palco del Teatro Biondo, in occasione della settima edizione del Premi internazionale don Pino Puglisi, dedicata al sacerdote ucciso dalla mafia.

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