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L'austerity del nuovo Papa in tempi di crisi

Molti sono i dettagli che mostrano il profilo umile e austero. Già dai primi momenti dopo l'elezione, quando si è voluto presentare al mondo vestito con la semplice talare bianca

ROMA. Magari non potrà  muoversi in metropolitana, come era abituato a fare nella sua  Buenos Aires, ma Jorge Mario Bergoglio intende inaugurare anche  in Vaticano un nuovo e visibile clima di austerità. E il nome  assunto da Papa, Francesco, mutuato dal «poverello di Assisi»,  è già un programma che non potrebbe essere più chiaro.     L'attenzione dell'ormai ex arcivescovo della metropoli  argentina, ora Pontefice Romano, per i poveri e i diseredati, le  sue abitudini umili, il tratto umano di grande semplicità, sono  segnali fortissimi in questi tempi di crisi. E che a  impersonarli sia il capo della Chiesa universale riporta il  cattolicesimo anche alla profondità di un messaggio di  vicinanza ai problemi della gente comune, alle prese con i  disagi di tempi grami, tra congiuntura economica, recessione e  mancanza di lavoro.    

 Molti sono i dettagli, già in queste prime 24 ore di  pontificato, che mostrano il profilo umile e austero del nuovo  Papa. Già dai primi momenti dopo l'elezione, quando si è  voluto presentare al mondo vestito con la semplice talare  bianca, senza la principesca mozzetta di velluto rosso bordata  di ermellino e senza la croce d'oro dei Papi, volendo mantenere  quella di ferro che ha sempre indossato da vescovo in Argentina.  Nella stanza delle Lacrime, anzi, ha avuto quasi un braccio di  ferro col cerimoniere pontificio mons. Guido Marini, rifiutando  appunto la mozzetta e la croce d'oro. «Questa la mette lei -  gli avrebbe detto Bergoglio -. Io mi tengo questa, la croce di  quando sono divenuto vescovo, una croce di ferro».     Dopo la benedizione dalla Loggia di San Pietro, ieri sera era  stata poi preparata l'auto solenne, targata Scv1, e invece, per  tornare alla Domus Santa Marta, papa Francesco ha voluto andare  sul pulmino insieme agli altri cardinali.    

Anche stamane, dopo la semplice visita di preghiera a Santa  Maria Maggiore, facendosi portare in auto alla Casa del Clero in  Via della Scrofa per ritirare le sue valigie, ha stupito tutti.  «Ha pagato il conto, per dare il buon esempio», ha riferito ai  giornalisti padre Federico Lombardi, portavoce vaticano.     La stessa insofferenza a essere circondato da nugoli di  guardie la dice lunga sul nuovo Pontefice. «Non mi servono le  guardie, non sono un indifeso», ha protestato oggi.     E già c'è chi dice che l'anello del Pescatore, anzichè in  oro, potrebbe essere realizzato «in bronzo o in leghe di rame,  come gli anelli cardinalizi dell'epoca rinascimentale, o  addirittura in ferro, come nell'epoca della Roma Repubblicana»,  spiega Claudio Franchi, l'artigiano-storico dell'arte che  insieme al fratello Roberto ha creato quello in oro per  Benedetto XVI. Altro segnale, questo, che apparirebbe  rivoluzionario, seguito sicuramente da molte altre innovazioni e  giri di vite nella Santa Sede, anche in termini economici.    

Se tutte queste appaiono novità per la figura di un Papa,  tuttavia, lo spirito spartano e «francescano» del gesuita  Bergoglio non sono una rivelazione del momento. Nel 2002, in  un'intervista a 30 Giorni, ad esempio, il cardinale di Buenos  Aires tuonava contro «l'idolo del denaro» e contro che «non  ha remore a trasformare in disoccupati milioni di lavoratori».  Un monito contro le derive del capitalismo, contro «la  dilapidazione del denaro del popolo» e contro «il liberalismo  estremo mediante la tirannia del mercato». Da allora è passato  un decennio e la situazione economica attuale non può che  ispirare un Papa così a gesti che siano, anche nella forma, di  esempio per tutti.   

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