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Rifiuti, adesso si faccia chiarezza

Sotto i rifiuti, cumuli di malgoverno. L’emergenza ha raggiunto livelli di allarme senza precedenti. Ma il peggio, per quanto possa sembrare sorprendente, non sono i sacchetti per strada, ma quello che nascondono. A cominciare dal fatto che l’invasione dell’immondizia non è frutto dell’emergenza finanziaria ma anche di anni e anni di gestione dissennata.
La Regione, col nuovo governo, riconosce ora di non avere chiaro il quadro della situazione. Al punto da pensare ad una task force per monitorare la situazione e avviare maggiori verifiche. C’è da chiedersi: che cosa hanno fatto finora gli uffici? Perchè non si può scoprire solo ora che il sistema di raccolta e smaltimento dell’immondizia, in Sicilia affidato agli Ato, è totalmente allo sbando. L'ultimo esempio è quello di cui scriviamo oggi.
Come si possono giustificare certe differenze nelle tariffe delle discariche dell'Isola? Utilizzare Bellolampo costa 127 euro a tonnellata, Trapani 138 e Siculiana, gestita da privati, appena 60 euro. Evidentemente nessuno ha mai centralizzato la spesa e ognuno ha fatto di testa propria in base alle sue convenienze. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. I soldi sono finiti e le discariche sono colme. Che fare? Non si capisce ancora come si potrà uscire dall'emergenza.
Il programma dei termovalorizzatori è stato bloccato dal governo Lombardo perché - così fu detto - sospettato di essere un coagulo di interessi mafiosi. Ma in Sicilia tutte le opere pubbliche attraggono la malavita. E non si può certo, per questo timore, restare passivi e tenere i progetti per i grandi lavori nel cassetto. In ogni caso i termovalorizzatori non si sono fatti e nessuno sa bene ora come intervenire in modo organico e definitivo.
Le anime belle che ancora si trastullano con la raccolta differenziata come alternativa agli inceneritori farebbero bene a guardare la realtà: in Sicilia solo il 6-7% dei rifiuti viene riciclato. Il resto finisce in discarica perché nessuno di occupa dello smistamento. Per cambiare le cose bisognerebbe prima cambiare le abitudini dei siciliani. Vasto programma. Così si naviga a vista fra cumuli di rifiuti che crescono. Certo c’è sempre la soluzione finale: imbarcare i rifiuti della Sicilia e farli bruciare negli inceneritori del Nord-Europa. Esattamente come per Napoli. Ma ha senso spendere soldi pubblici in grande quantità per esportare la sporcizia? Solo a pensarci c’è da vergognarsi.

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