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Nissa, Campisi lancia l’azionariato: ultima carta per evitare il fallimento

Se non ci saranno novità, scaduto il termine fissato ieri, la società di calcio consegnerà i libri contabili in Tribunale

CALTANISSETTA. Dieci giorni per vedere se ci sono o meno le condizioni per fare andare avanti la Nissa attivando l'azionariato popolare oppure con il coinvolgimento di qualche imprenditore disposto a subentrare alla dirigenza attuale. Dieci giorni per capire se a Caltanissetta c'è veramente qualcuno a cui stiano a cuore le sorti della Nissa.

Duecentoquaranta ore di tempo per salvare la più importante espressione sportiva della Città di Caltanissetta evitando che i dirigenti portino tutti i libri contabili in tribunale. È l'arco temporale che ieri pare si siano dati l'amministrazione comunale e la delegazione di dirigenti recatasi a Palazzo del Carmine per incontrare il sindaco Michele Campisi e l’assessore allo Sport Gaetano Angilella per tentare una soluzione alla crisi societaria della Nissa. I dirigenti biancoscudati avrebbero chiaro e tondo espresso il loro pensiero al sindaco senza particolari remore: da febbraio ad oggi nessuno ha mosso un solo dito per la Nissa; fin qui sono stati i soli dirigenti, con le loro poche forze economiche, a portare avanti la gestione della società.

Tuttavia, questo stato di cose non può più andare avanti: i soldi sono finiti e gli impegni economici per la gestione della società sono tali da non consentire a queste persone che vivono di stipendio, di continuare a gestire la società. I dirigenti avrebbero manifestato l'intenzione di portare in tribunale i libri contabili della società convinti come sono che la loro gestione è stata corretta e che i debiti che ci sono, risalgono a precedenti gestioni. Il sindaco e l’assessore, a quanto sembra, prima che si arrivi a tanto, hanno fissato in dieci giorni il termine temporale per cercare una soluzione. Sarà promosso un tentativo di azionariato popolare e si cercheranno di coinvolgere le forze imprenditoriali.

Se in questi dieci giorni ci sarà qualche imprenditore interessato e si creeranno i presupposti per riprendere la stagione e portarla al termine, bene, altrimenti la dirigenza porterà i libri contabili in tribunale e, a quel punto, la sorte della Nissa non potrebbe essere che quella del fallimento, con la conseguenza che, chi ha determinato questi debiti, li andrebbe a pagare in prima persona sulla base di quelle che sono le reali ed eventuali responsabilità del caso. Una soluzione finale che l'amministrazione comunale sta cercando di evitare anche per non far disperdere un patrimonio sportivo importante come quello della Nissa. Ma per farlo il tempo è poco e ci vogliono risorse di un certo rilievo per arginare la situazione economica che, al momento, è drammatica e che, senza interventi economici robusti e tempestivi, rischia di degenerare facendo sparire la Nissa dalla geografia del calcio ufficiale.

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