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Ingroia chiede l'aspettativa al Csm: "Motivi elettorali"

Antonio Ingroia torna dal Guatemala e il 21 dicembre spiegherà il suo programma politico in un'assemblea convocata al teatro Capranica di Roma. La base è il manifesto «Io ci sto» firmato da Ingroia insieme ai Sindaci di Palermo, Leoluca Orlando e di Napoli, Luigi de Magistris

ROMA. Il dado è tratto, o quasi. Antonio Ingroia è a un passo dal presentarsi come candidato premier del movimento arancione promosso da Luigi De Magistris. Per ora ha deciso di chiedere l'aspettativa al Csm per «motivi elettorali» e di fare ritorno dal Guatemala, dove da qualche mese sta svolgendo un incarico per conto dell'Onu. Destinazione Roma, dove sabato prossimo, al teatro Capranica, spiegherà il suo programma politico. I tifosi di Ingroia, però, dovranno aspettare ancora qualche giorno prima di sapere se l'ex pm scenderà davvero in campo. «Sto ancora riflettendo», dice lui, spiegando che la richiesta di aspettativa è solo «cautelativa», nel caso decida di candidarsi. La decisione dell'ex Pm di Palermo non prende di sorpresa nessuno; tantomeno il vicepresidente del Csm Vietti: 'L'unico sentimento che non provo è lo stupore«, commenta a caldo. Per prassi la richiesta passerà prima alla quarta commissione del Csm, che poi la trasmetterà al plenum per la ratifica. Il via libera è scontato, e non è escluso che l'aspettativa elettorale venga approvata già mercoledì prossimo. Al di là della sua ritrosia, le ultime mosse del magistrato palermitano lasciano pochi margini a un suo ripensamento. Già il titolo del manifesto che sarà presentato sabato prossimo lascia pochi dubbi: »Io ci sto«. Si tratta della proposta di una una alternativa di governo che superi Monti, affronti la crisi economica, si batta per un'Europa autonoma dai poteri finanziaria, intensifichi la lotta alla corruzione e alle mafia avendo come bussola la Costituzione. Il decalogo del manifesto è centrato sulla legalità e la solidarietà, e ha come parole d'ordine la laicità dello Stato, la difesa della scuola e della sanità pubblica, l'ambientalismo, i diritti dei lavoratori (ma anche l'attenzione agli imprenditori , che non devono essere soffocati dalle tasse), l'incandidabilità di tutti i condannati in via definitiva e dei condannati in primo grado per i reati più gravi. Un programma che attira le forze della sinistra che non si riconoscono nell'asse Bersani-Vendola e non vogliono sentire parlare di agenda Monti o di alleanza con i moderati. È questa l'area che guarda con attenzione speranza alle mosse di Ingroia e De Magistris: dal Prc di Ferrero ai verdi di Bonelli al pdci di Diliberto, sono tutti pronti a unire le forze e a tingersi di arancione. Ma anche Di Pietro vuole essere della partita: il leader dell'Idv fa sapere di riconoscersi in pieno nel manifesto “Io ci sto” e annuncia di essere disponibile a costruire una lista civica unitaria »con chi si è opposto a Monti«. Tutto marcia quindi la nascita del »quarto polo« della sinistra.

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