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Crocetta: "Pronta la lettera che fa decadere i 21 giornalisti"

Secondo il governatore "non hanno un rapporto a tempo indeterminato perché non hanno fatto un concorso pubblico, il loro rapporto è fiduciario". Ma la redazione dell'Ufficio stampa è sul piede di guerra perchè ritiene lesi i principi contrattuali

PALERMO. L’annuncio è stato fatto ieri mattina, in conferenza stampa, dal presidente Rosario Crocetta: «Oggi pomeriggio sarà pronta la lettera che dichiarerà decaduti i 21 giornalisti dell'ufficio stampa della Regione». Crocetta ha spiegato di avere preparato il provvedimento che di fatto azzera l'intero ufficio stampa di Palazzo d'Orleans - consentendo «un risparmio di 3,2 milioni di euro» -, un carteggio che ancora a tarda sera ieri aspettava di essere firmato durante un vertice.

Secondo Crocetta, i giornalisti «non hanno un rapporto a tempo indeterminato perché non hanno fatto un concorso pubblico, il loro rapporto è fiduciario». Ma la redazione dell'Ufficio stampa è sul piede di guerra, ritiene lesi i principi contrattuali e ha reso noto di essere in assemblea permanente, dopo che il Comitato di redazione ha proclamato lo stato di agitazione.

Sulla vicenda sono intervenuti il sindacato dei giornalisti, l'Assostampa, e l'Ordine, che hanno stigmatizzato il comportamento del presidente invitandolo ad aprire un tavolo di trattative. Gli addetti stampa hanno evidenziato «la perdurante mancata convocazione dell'organismo sindacale, ai sensi dell'articolo 34 del Contratto collettivo nazionale di lavoro dei giornalisti, per discutere di ogni iniziativa che riguardi la riorganizzazione e che possa avere riflessi sui livelli occupazionali».
All'assemblea dei giornalisti della Regione hanno aderito la Federazione nazionale della stampa italiana, i vertici della Fnsi e l'Assostampa Sicilia.

«Evitiamo che il giornalismo divenga clandestino - ha detto il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Riccardo Arena - al presidente della Regione chiedo di aprire un tavolo di confronto, assieme all'ordine nazionale. I licenziamenti dei colleghi sono brutti segnali che possono essere raccolti dagli editori privati, che sono in crisi. E Crocetta eviti di fare paragoni spiacevoli visto che ha detto: ho licenziato la moglie di un capomafia, figuratevi se non posso licenziare i giornalisti». Anche l'Assostampa ha diffidato Crocetta «dal compiere atti unilaterali. Tale comportamento lede gravemente i principi di legge, il contratto di lavoro, i diritti dei singoli lavoratori e della loro rappresentanza sindacale».

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