Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Voto in Sicilia, Camusso: la Cgil non è spaccata

Il leader del sindacato: "Con Mariella Maggio abbiamo condiviso una critica forte al governo Lombardo continuo a pensare che sia importante fare una battaglia perché‚ il lavoro sia centrale nel prossimo governo"

PALERMO.  «Credo che non si possa parlare di spaccatura della Cgil, siamo una organizzazione sindacale e la sua unità o divisione si misura sulle questioni sindacali. Possono dire quello che vogliono, in questo caso il merito è il lavoro e quale alternativa si costruisce dopo le giunte che hanno caratterizzato questa Regione». Così il leader della Cgil Susanna Camusso, a Palermo per un’iniziativa elettorale, ha risposto ai cronisti in merito alle polemiche sull'appoggio a Mariella Maggio, segretaria dimissionaria della Cgil siciliana e candidata nel listino di Rosario Crocetta in corsa per la presidenza della Regione siciliana (Pd, Udc, Api e Psi) avversario di Giovanna Marano, leader storica della Fiom regionale e candidata governatore per Sel, Idv, Federazione della sinistra e Verdi).  

«I candidati nei diversi schieramenti ci sono sempre stati e continueranno a esserci - ha aggiunto - il tema non è il singolo ma quale proposta politica si costruisce e quale coerenza rispetto alle battaglie che ha fatto la Cgil. Con Mariella Maggio abbiamo condiviso una critica forte al governo Lombardo continuo a pensare che sia importante fare una battaglia perché‚ il lavoro sia centrale nel prossimo governo».  

«Nella storia quando si è voluto dare una valenza di test nazionale a una elezione locale si sono fatti dei disastri. In Sicilia il voto è importante, il cambiamento qui è una risposta ai siciliani», continua il leader della Cgil, Camusso.  

«Siamo imbarazzati dal fatto che il testo formale della legge di stabilità continua a non esserci: c'e anche una difficoltà di come si possa chiedere al Parlamento di modificarla ma faremo tutte le iniziative necessarie perch‚ il Parlamento la modifichi», afferma Camusso, definendo  poi la norma «cinica e insopportabile».

Caricamento commenti

Commenta la notizia