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Ancora consulenti alla Regione: "Lo scandalo continua"

Sono oltre una decina e stavolta non sono più presso l'amministrazione centrale ma nelle aziende partecipate. I criteri di ingaggio e le regole di svolgimento del lavoro di questi esperti restano avvolte nella nebbia. La domanda è sempre la stessa: ma servono davvero?

di NINO SUNSERI

Ancora consulenti alla Regione siciliana. Non più presso l'amministrazione centrale ma nelle aziende partecipate. Sono oltre una decina e le nomine sono avvenute all'ombra della calura estiva. Ovviamente in maniera ancora meno trasparente di quanto non avvenga a Palazzo d'Orleans e nei vari assessorati.
I criteri di ingaggio e le regole di svolgimento del lavoro di questi esperti restano avvolte nella nebbia. La domanda è sempre la stessa: ma servono davvero? Soprattutto: si può sapere in che cosa consiste la loro professionalità al punto da sostituire il personale interno? Le chiamate esterne, ovviamente, avvengono nell'ambito dell'autonomia gestionale di queste società partecipate. Tuttavia va ricordato che, molto spesso, si tratta di autentiche scatole vuote che servono soltanto a dare uno stipendio agli amministratori e a qualche dirigente. E normalmente non si tratta proprio di spiccioli. In tanti altri casi siamo in presenza di autentici carrozzoni che svolgono unicamente funzioni clientelari. Non a caso è previsto l'anno prossimo lo scioglimento e la riorganizzazione di tutte queste aziende. In attesa dell'appuntamento con il rigore, ammesso che arriverà mai, l'andazzo continua come prima. Nomine e ancora nomine.
A dispetto di tutte le norme della buona amministrazione. Il finale di partita, come sembra sempre più evidente, dovrebbe essere noto: i soldi sono finiti e lo Stato non ha più alcuna intenzione di allargare i cordoni della borsa. Sembrano considerazioni di assoluta ovvietà. Tuttavia alla Regione e alle sue diverse articolazioni sono assolutamente sconosciute. Né sembra, al momento, preoccupare più di tanto la notizia dell'indagine aperta dalla Corte dei Conti sull'utilizzo dei consulenti da parte della giunta e del presidente.
Tutto continua come prima. Anzi peggio, perché le condizioni finanziarie di queste società partecipate della Regione, non appaiono particolarmente floride. Non risulta, in genere, che siano creatrici di ricchezza. Più di frequente sono conosciute come centro di costo. Andrebbero chiuse e bonificate anche prima delle scadenze già previste. Sarebbe un segno di cambiamento forte. Una rottura con il passato senza precedenti. Invece nulla. Tutto prosegue secondo l'andazzo tradizionale. E i consulenti spuntano come funghi. [email protected]

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