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Regionali, corsa a tre nel Pdl: in lizza Cascio, Lagalla e Musumeci

Da domani partiranno gli incontri ed entro mercoledì il partito dovrebbe decidere se puntare su un candidato politico o tecnico in vista delle elezioni del 28 ottobre. Silvio Berlusconi ha affidato a a Gianni Letta il compito di avviare le consultazioni con la base e i big azzurri

PALERMO. Il conto alla rovescia è iniziato. Da domani partiranno gli incontri ed entro mercoledì il Pdl dovrebbe decidere se puntare su un candidato politico o tecnico in vista delle elezioni regionali del 28 ottobre. Tre i nomi in corsa: il presidente dell’Ars, Francesco Cascio, il rettore dell’Università di Palermo, Roberto Lagalla e l’ex sottosegretario Nello Musumeci, nei confronti del quale il leader di Grande Sud, Gianfranco Miccichè, ha speso parole di grande apprezzamento.
Tanto che c’è chi ritiene che l’ex presidente dell’Ars possa fare un passo indietro. Il leader del partito, Silvio Berlusconi, ha affidato a a Gianni Letta il compito di avviare le consultazioni con la base e i big azzurri. Il segretario nazionale, Angelino Alfano, in questi giorni si trova ad Agrigento dove incontrerà i suoi fedelissimi e il movimento «Generazione 30», che raggruppa oltre 500 tra sindaci e consiglieri dell’Isola. «Se sarà il Pdl a esprimere il candidato - dice il leader dei giovani amministratori, Vincenzo Di Trapani - noi sosteniamo Cascio. Altrimenti, se sarà scelto un tecnico, riteniamo quella di Lagalla una candidatura di alto profilo».
Sul rettore c’è la convergenza dell’ala catanese dei berlusconiani, dei coordinatori regionali Giuseppe Castiglione e Domenico Nania e pure di Dore Misuraca. Ma senza una larga coalizione che includa i moderati e senza ampi poteri, Lagalla potrebbe rinunciare a candidarsi alla Presidenza. Sul fronte opposto c’è Francesco Cascio, che sta intensificando gli sforzi per proporre la sua candidatura e ha dalla sua parte l’ala palermitana degli azzurri, che reclama più spazio in lista e opportunità in giunta.
Le quotazioni di Cascio sono tornate a salire. «Lagalla non sfonda», dicono dal suo entourage. Ma i contatti avviati da Cascio con Lombardo avrebbero il veto dei catanesi: «Se proprio dobbiamo discutere con Raffaele, era meglio puntare su Miccichè» dicono alcuni esponenti del Pdl. Da qui la possibilità di trovare un’intesa su un terzo nome. L’ipotesi più accreditata è quella di Nello Musumeci, che consentirebbe a Miccichè di ricoprire un ruolo di prestigio a livello europeo con le elezioni del 2014. E c’è pure chi ipotizza di lanciare Giovanni La Via, europarlamentare del Pdl, punto di contatto tra l’ala catanese e il rettore Lagalla.
Le manovre del centrodestra mettono in allerta l’asse Pd-Udc, che sostiene Crocetta. Non c’è alcuna convergenza con Italia dei Valori e Sel e il dialogo col Nuovo Polo, che sembrava aver raggiunto una forte accelerazione, sembra essere a un bivio. I finiani, infatti, non intendono rompere il patto con Lombardo, ma il centrosinistra è alle prese con i malumori nel Pd e nell’Udc verso gli autonomisti. La soluzione di liste basate su un codice etico è in bilico. In questi giorni a Siracusa si trova pure il leader nazionale Pierluigi Bersani, ma i fedelissimi giurano che si tratti solo di una visita privata.
In questa situazione di stallo, Miccichè ha intensificato i contatti col Nuovo Polo. Un’intesa, spiegano da Grande Sud, gli garantirebbe la possibilità di un sorpasso sul Pdl. Non a caso ieri tra lui e Lombardo sono volate parole d’intesa: «Che ci sia una sintonia tra il Partito dei Siciliani e Miccichè - ha detto l’ex presidente della Regione - è fuori discussione. Sarebbe importante che si mettessero insieme le esperienze autonomiste. Il resto deve venire dopo». E sul web Miccichè ha risposto: «Bene ha fatto Lombardo ad affidare questa fase politica complessa a Giovanni Pistorio». E il senatore autonomista ha rilanciato: «Con Miccichè e Grande Sud vi è da tempo un dialogo aperto e costruttivo. In questi giorni vedo svilupparsi le condizioni che possono favorire un impegno comune. Se questo processo si realizzerà, lo scenario politico regionale cambierebbe profondamente imponendo il primato degli interessi della Sicilia sulle ragioni ciniche della politica romana». Una situazione che ha spinto i finiani a mandare una sorta di ultimatum a Crocetta: «Fabio Granata resta ancora oggi il nostro candidato presidente», ha scritto su Twitter il segretario regionale di Fli, Carmelo Briguglio.

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