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Il malotempo nella sacchetta

Gli scinziati li chiamano «deboli flussi africani» ed è un modo per dire che dopo qualche giorno di freschitudine (per modo di dire, ma meglio di niente), torna un poco di caldo. Ma solo un poco. Nel senso che vero è che l’Afircano se la fa sempre dalle parti nostre ma è vero anche che ci finì l’incazzamento forte e ora pare un poco più tranquillo. Di cui porta sempre  caldo ma non di quelli che poi uno si deve andare a ricoverare in una cella frigorifera.


Che sta succedendo? Niente: il vento, che fino a ora è venuto da Nord e ci ha rinfrescato, da stasera comincia a venire da Sud e porta caloria. Così domani arriveremo a 35, 36 gradi e martedì anche qualche cosa suvecchiu. Ma per Ferragosto il vento gira di nuovo e ci porta un poco di aria più fresca da Nord, che dura tutta la settimana, almeno sino a sabato. Attenzione a chi va per mare. Il mio amico Giovanni che abita in una barca e per ora incrocia dalle parti delle isole Egadi mi avverte che domani arriva una botta di Libeccio a 30 nodi che sono quasi sessanta chilometri all’ora. Per chi va con la barca è meglio ca si sta a casa. Almeno in quelle zone.


Io, carissimi amici, mi auguro che comunque un poco di vacanze ve le state facendo. All’urtimata il tempo non si è comportato troppo tinto, almeno in questi ultimi giorni e nei prossimi, anche con un poco di caldo, si può anche partire. Ma il problema, mi pare, non è il malotempo del vento, del mare, della Azzose e dell’Africano. Pesa di più il malotempo della sacchetta. Quella è una pettubbazione che, in confronto, quello dello Tlantico parono una doccia che perde e una girandola per i picciriddi. Quando la sqaccetta non canta, quello sì che è malotempo. E comunque vale anche per la sacchetta: buontempo e malotempo non dura sempre un tempo. Tante belle cose. Ottimiste

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