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Lungo inseguimento in autostrada Paura per il procuratore Viola

Lo scorso 19 aprile l’auto nel quale viaggiava il capo della Procura di Trapani è stata tallonata da un’altra vettura in autostrada. Potenziata la scorta

TRAPANI. La Procura di Caltanissetta indaga su un'intimidazione subita lo scorso aprile, ma resa noto solo oggi, dal procuratore di Trapani Marcello Viola. Il magistrato e i carabinieri della sua scorta sono stati inseguiti da un'auto a velocità folle lungo l'autostrada Palermo-Trapani per più di mezzora. Nella macchina che ha tallonato la blindata del magistrato, costretta a raggiungere i 200 chilometri orari, c'erano almeno due persone che, alle porte di Trapani, si sono dileguate. Per gli inquirenti si tratta di un episodio gravissimo. Per anni alla Dda di Palermo, titolare di importanti indagini sulla cosca dei boss Lo Piccolo, Viola da qualche mese guida la Procura trapanese. Dopo l'episodio gli è stata raddoppiata la scorta.


VIOLA: "VADO AVANTI". "Sono cose che si mettono in conto quando si sceglie di fare questo lavoro. Certo non è stato piacevole, ma si va avanti". Così il procuratore di Trapani Marcello Viola commenta l'atto intimidatorio di cui è stato vittima lo scorso 19 aprile.
Il magistrato e i carabinieri della sua scorta sono stati tallonati da un'Audi, mentre viaggiavano sull'autostrada Palermo-Trapani, per oltre mezzora: un vero e proprio inseguimento che ha costretto l'auto del procuratore a lanciarsi a 200 chilometri all'ora. Per essere sicuri che si trattasse di un inseguimento i militari hanno più volte rallentato: ogni volta l'auto diminuiva la velocita" e lasciava allontanare la blindata. Poi si lanciava in una corsa folle per tornare a raggiungerla. Prima dello svincolo per Trapani, la corsa è terminata e l'Audi è scomparsa.
Sia i carabinieri che il pm hanno annotato la targa, ma la vicinanza tra i due veicoli non ha permesso di individuare bene le cifre, tanto che i numeri appuntati non coinciderebbero. A bordo della macchina inseguitrice c'erano almeno due persone, ma i militari non escludono che nei sedili posteriori ci fossero altri uomini. I vetri dell'Audi erano leggermente oscurati.
"Si tratta di un atto intimidatorio molto grave - dicono gli inquirenti -. Gli inseguitori non volevano probabilmente urtare l'auto di Viola altrimenti, vista la vicinanza raggiunta tra le macchine, avrebbero con poco sforzo farla uscire di strada. Evidentemente c'era proprio l'intenzione di far percepire chiaramente al magistrato e ai suoi uomini che venivano tallonati".

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