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Palermo, Orlando: pronto a vincere la battaglia

PALERMO. Orlando ha aperto ricordando i fatti di Brindisi e i funerali di Melissa. “La festa è rinviata, anche per le vittime del terremoto in Emilia”, ha detto il nuovo sindaco di Palermo nel primo incontro con i giornalisti.
E ancora: “Palermo è una città in ginocchio che deve trovare in se stessa le ragioni per riprendersi. Noi questa battaglia la faremo e la viceremo. La mia candidature è una risposta all’anti politica, essendo io uno della ‘casta’ e invece ho fatto la scelta di fare il sindaco di Palermo. Solo gli stupidi non capiscono quanto è esaltante affrontare i problemi e i diritti di questa città. È una risposta al tecnicismo senz’anima di Monti. La mia elezione è uno schiaffo in faccia ai partiti: o lo capiscono o non vanno da nessuna parte. ”.
Rottamata 'La Rete', formazione politica che lo sostenne negli anni '90, Leoluca Orlando continua a pescare a strascico e 11 anni dopo aver lasciato Palazzo delle Aquile vi torna da vincitore, con percentuali a cui uno dei sindaci piu' longevi d'Italia (la sua prima elezione risale all'85) è abituato: 72,4%.
Nella sfida palermitana, tutta interna al centrosinistra, l'uomo dell'Italia dei valori (sostenuto anche da Fds-Verdi, partito che, però, non ha superato lo sbarramento del 5%), porta in casa dipietrista 30 consiglieri comunali su 50, grazie alla legge elettorale siciliana che assegna al vincitore un premio di maggioranza del 60%, nonostante il 10,2% conquistato da Idv. Al suo avversario, il trentunenne Fabrizio Ferrandelli, vincitore delle primarie e appoggiato da Pd, Sel e socialisti, rimangono le briciole, quelle lasciate dal suo ex "maestro" ed ex collega di partito Orlando, 65 anni il prossimo agosto, per la terza volta sindaco da quando è in vigore l'elezione diretta del primo cittadino.
Sceso nell'agone due settimane dopo la conclusione delle primarie perse da Rita Borsellino, Orlando ha scompigliato le segreterie del centrosinistra e sfiorato la vittoria (47,4%) in un affollato primo turno che ha visto schierati 11 candidati, costringendo Ferrandelli ad accontentarsi del 17,3%. Oggi - a conclusione dei ballottaggi che a Palermo hanno portato alle urne meno del 40% di elettori - Orlando torna sull'argomento partiti: "La mia vittoria - sono state le sue prime parole - è uno schiaffo all'attuale sistema. Da appartenente alla 'casta' avrei potuto far carriera e aspirare a un posto da ministro; invece, con umiltà, mi sono candidato a sindaco". E sottolinea che questo suo gesto è stato ben compreso dalla città: "Rispetto al primo turno - osserva -, dove i voti raccolti dai candidati a sindaco (in Sicilia il sistema elettorale prevede il voto disgiunto dalle liste, ndr) sono stati 222 mila, in questa tornata sono cresciuti, passando a 224 mila".
Se la vittoria di Orlando non allarma Ferrandelli ("saremo pungolo costruttivo", dice), crea altri scompigli nel Pd, dove il deputato regionale Davide Faraone (che ha preso parte alle primarie) lancia l'attacco contro il gruppo dirigente dei democratici: "Le hanno perse tutte: primarie, primo e secondo turno. Dei 10 consiglieri del 2007 ne restano 3" e chiede un congresso straordinario. Gli risponde il capogruppo del Pd all'Assemblea regionale siciliana, Antonello Cracolici: "Dopo 10 anni di disastri del centrodestra, Palermo ha scelto l'usato sicuro". E rivendica al suo partito il merito di "aver demolito il centrodestra, grazie all'azione del Pd alla Regione", dove i democratici hanno sostenuto il governo tecnico di Raffaele Lombardo (Mpa), mandando all'opposizione il Pdl che aveva contribuito a eleggerlo.
Ma proprio il sostegno del Pd al governo regionale è stato il tema che Orlando ha più usato in campagna elettorale per screditare Ferrandelli, voluto da quell'area dei democratici - di cui fa parte anche il senatore Beppe Lumia - favorevole all'apertura al Terzo polo.

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