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La gioielleria Fiorentino sfida la crisi e punta ad Hong Kong

Pronti un investimento tra 6-10 milioni di euro. «Il futuro di un’azienda viene dagli investimenti, non dall’immobilismo - dice Mario Piacenti, amministratore delegato della Emanuele Fiorentino Spa -. Molti gruppi storici della città non ci sono più proprio perché non hanno saputo tenere il passo coi tempi, altri resistono perché come noi non smettono di fare progetti»

PALERMO. Anche in tempi di crisi, fra le aziende della città c’è chi guarda avanti e lontano. Da Palermo a Hong Kong, senza bypassare la crisi. Anzi, puntando anche alla città con la ristrutturazione del negozio storico di via Roma. La gioielleria Fiorentino, per Palermo, è una di queste: un’attività iniziata nel 1890 e che oggi continua a investire, sebbene con 50 dipendenti in cassa integrazione a rotazione. «Il futuro di un’azienda viene dagli investimenti, non dall’immobilismo - dice Mario Piacenti, amministratore delegato della Emanuele Fiorentino Spa -. Molti gruppi storici della città non ci sono più proprio perché non hanno saputo tenere il passo coi tempi, altri resistono perché come noi non smettono di fare progetti». La recessione non impedisce di volgere lo sguardo al futuro, nonostante la situazione economica non faccia sconti a nessuno. «La nostra azienda subisce la crisi come tutti e ha fatto ricorso a strumenti per contenere i costi - spiega Piacenti - ma non ha scelto i licenziamenti: le persone che lavorano con noi diventano parte della nostra famiglia. Per questo non abbiamo mai avuto momenti di tensione, ma sempre confronti con i sindacati, e dal 2008 abbiamo introdotto gradualmente la cassa integrazione a turnazione, secondo una logica di solidarietà sociale e di equilibrio aziendale».


Così, come un filo di perle, fra lacrime e bellezza, si snoda la storia di una famiglia e di un’azienda giunta alla quarta generazione, nata come pioniera del dettaglio d’oreficeria e immaginata poi come Tiffany d’Europa, che oggi non smette di guardare avanti: «Il mondo non è in crisi: l’Europa latina soffre, ma altrove è già partita la ripresa. Stiamo valutando un’apertura ad Hong Kong, con un investimento di 6-10 milioni di euro - rivela l’Ad - e non è così facile, specie con le banche non così prodighe: dunque per lo sbarco in Oriente stiamo pensando a una join venture con un noto marchio italiano di gioielleria quotato in borsa».


Il tutto senza trascurare Palermo: «È imminente il recupero dello storico punto vendita di via Roma - continua Piacenti, ricordando che quella è anche la sede di uffici e amministrazione (al primo, secondo e quarto piano) oltre alla filiale di via Libertà, acquisita alla fine degli anni Ottanta (un palazzo di duemila metri quadri su 5 livelli, il cui valore è stato stimato in oltre venti milioni di euro) - dove in questi giorni partiranno i lavori di ristrutturazione: il punto Alessi, oggi su strada, diventerà reparto interno e quegli spazi saranno l’ingresso del punto vendita, collegato ai piani superiori». Altro che chiusura, come paventato o minacciato da voci insistenti: «Nessuna dismissione - smentisce l’Ad Fiorentino -. Credo piuttosto ci siano società specializzate in aggiotaggio che mettano in giro voci e che in città hanno già riguardato il settore alberghiero e immobiliare". Chissà se anche questo farà parte del libro che racconterà la storia della famiglia Fiorentino  attraverso oggetti, preziosi e reperti, fotografati dall’occhio attento di Giò Martorana, a cui già il gruppo aziendale sta lavorando e che sarà di prossima pubblicazione.

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