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Zamparini: a Udine torti arbitrali

PALERMO. La squadra resta zitta, Zamparini invece no. Il patron del Palermo non ce la fa proprio a rimanere con la bocca cucita e, dopo avere ordinato ai propri giocatori il silenzio stampa fino a venerdì (vigilia dell'anticipo contro il Bologna), analizza a modo suo la sconfitta di Udine: cioé, senza giri di parole.   
Zamparini, ma questa non è una novità, comincia dall'arbitro, sottolineando che, dopo pochi secondi dal suo fischio d'inizio, "ha bloccato un'incursione di Miccoli per un fuorigioco inesistente". Basta? Neanche a parlarne. Zamparini si dice "preoccupato" e rispolvera addirittura gli errori della passata stagione. "Ne hanno commessi ben 18 contro il Palermo - afferma - e ancora non capivo come mai ancora non ne avessero commessi contro di noi. A Udine è arrivata la risposta: fuorigioco inesistente fischiato al Palermo e rigore su Ilicic non concesso. E dire che non avevo parlato degli arbitri. Di certo, errori come quelli commessi domenica da Giannoccaro demoralizzano la squadra. I giocatori, dopo Udine, mi hanno detto: 'presidente cominciano come l'anno scorsò?".
In un suo intervento a Radio radio, Zamparini ha parlato anche di questioni tattiche, a lui tanto care. "Per come era stata messa la squadra in campo - fa notare il patron del club rosanero - dovevamo vincere". Sabato arriva il Bologna allenato da Stefano Pioli, l'allenatore ingaggiato a giugno e licenziato a fine agosto, dopo un precampionato difficile, culminato con l'eliminazione dall'Europa League. Il Bologna, da quando Pioli ha preso il posto di Bisoli, ha cominciato a volare, Di Vaio ha ritrovato il gol e tutto fa pensare che, quella di sabato al Barbera, sarà una partita molto complicata per il Palermo. "Io non temo il Bologna - dichiara Zamparini -. Sono tranquillo in vista di questo match. Pioli? Mi ha chiamato quattro giorni fa e mi ha pure ringraziato, fra noi c'é un buon rapporto. Finora è stato fortunato, spero che la sua fortuna si fermi".
Resta il nodo del rapporto con il direttore sportivo Sean Sogliano, che Zamparini scioglie in due parole. E non è tenero, il re degli ipermercati. "Se pensa di voler fare il capo, con il suo carattere forte, ha sbagliato società - si affretta a precisare -. Il capo sono io, lui è un collaboratore. Dico che abbiamo due caratteri diversi".
Infine, Zamparini parla di Devis Mangia, addossandogli le responsabilità legate alla differenza fra rendimento in casa e in trasferta. "Ha poca esperienza - dice -. A Udine la partita doveva essere impostata in modo tale da poterla vincere, mentre lui ha dei timori. In casa il pubblico ti spinge, fuori no e devi essere cinico. Mangia dovrebbe ascoltare chi ha più esperienza di lui, a volte mi sembra il primo Guidolin di Palermo, che era diverso sul piano dell'esperienza rispetto a quello che oggi guida l'Udinese. Il Palermo, comunque, ha incontrato le squadre più forti del campionato e il 20 novembre ci toccherà esibirci a Torino, contro la Juventus. I ragazzi credono nel lavoro di Mangia e questo mi conforta. Ilicic? Lo venderò solo quando arriverà uno più forte di lui". 

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