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"Ha aiutato un boss", sequestro di beni per consigliere di Marsala

Sigilli a un fabbricato e due terreni, per un valore di circa 300 mila euro, di Celestino Vito Errera, che milita nell'Udc. Avrebbe fornito supporto logistico al latitante Antonino Rallo

TRAPANI. Un provvedimento di sequestro beni per equivalente è stato disposto dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Trapani nei confronti di Celestino Vito Errera, consigliere comunale di Marsala, che ieri si era dimesso dalla carica. All politoco sono stati sequestrati un fabbricato e due terreni, per un valore di circa 300 mila euro.
Il Tribunale, su proposta del questore, ha inoltre applicato all'ex consigliere comunale la misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per un periodo di due anni e mezzo. Secondo gli investigatori la pericolosità sociale di Errera, condannato in appello per avere fornito supporto logistico al boss marsalese latitante Antonino Rallo, sarebbe confermata sia dal tentativo di sottrarre beni propri e del fratello Maurizio Vincenzo (tra cui la Errera Calcestruzzi srl e la Superbeton srl) alla misure patrimoniali di prevenzione sia dalle relazioni intrattenute con esponenti di spicco delle cosche mafiose di Trapani e Borgetto (Palermo).


LA PRECISAZIONE DELL'UDC- “Celestino Vito Errera è  stato consigliere comunale dell'Udc ma nella fase precedente al mio insediamento come coordinatore provinciale e precedente alla costituzione della nuova Udc verso il partito della nazione. Dopo la sua elezione, avvenuta attraverso la candidatura in una lista civica, è transitato per un breve periodo all'Unione di centro e successivamente ha aderito al gruppo misto”. Lo precisa il coordinatore provinciale di Trapani dell'Udc e capogruppo all'Ars, Giulia Adamo. “Dal momento della scissione con il gruppo di Saverio Romano – prosegue Adamo – l'Unione di centro è stata attenta nella scelta della propria classe dirigente e dei propri rappresentanti in provincia di Trapani. In qualità di coordinatore, sin dal mio insediamento, ho effettuato, con scrupoloso impegno, un'attenta analisi dei personaggi che orbitavano attorno al partito. Il coordinamento ha avuto il coraggio di mettere alla porta coloro che non avevano intenzione di rompere con un vecchio modo di intendere la politica e di costruire rapporti con personaggi di dubbia provenienza o che erano irrimediabilmente compromessi con il vecchio sistema. Tutto questo affinché i proclami di trasparenza e lotta alla mafia si traducessero in scelte coraggiose e coerenti”.

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