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Il sindaco di Termini: Roma accetti le nostre proteste

Così Totò Burrafato risponde al primo cittadino della capitale, Gianni Alemanno, che ha chiesto a questore e prefetto di bloccare la manifestazione. "Abbiamo viaggiato in condizioni disumane", racconta un operaio

ROMA. "E' chiaro che Roma se ne frega del disagio e della sofferenza di Termini Imerese. Ma se Roma è Capitale e sede dei Ministeri, deve sopportare oltre allo slogan "Roma Capitale" anche le nostre proteste e i cortei". Così il sindaco di Termini Imerese, Totò Burrafato, risponde al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che, a causa del blocco del traffico nel centro della Capitale dovuto alla manifestazione degli operai dello stabilimento siciliano, ha chiesto a questore e prefetto di bloccare la manifestazione.
"Pur comprendendo le ragioni dei lavoratori della Fiat di Termini Imerese - ha dichiarato Alemanno - non si può tollerare che una parte nevralgica della città come il centro venga completamente paralizzata causando danni e forti disagi ad altri lavoratori". Il Campidoglio ha sollecitato più volte a tal proposito un protocollo per regolamentare i cortei nella capitale. Il Comune di Roma sta inoltre preparando un'ordinanza per escludere piazze di pregio del centro storico dagli itinerari di manifestazioni e cortei.
"Una volta arrivati a piazza SS.Apostoli - racconta Peppe, da 34 anni operaio a Termini Imerese - le forze dell'ordine hanno fatto un corridoio a destra e a sinistra e ci hanno fatto venire qui a piazza Montecitorio. Siamo stati obbligati a venire qui. Per non parlare poi del viaggio che abbiamo fatto in treno nella notte: c'erano zecche, pulci e i poggiatesta erano luridi. Abbiamo viaggiato in condizioni disumane".

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