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Mpa Giovani, Di Stefano: vietato dissentire, mi dimetto

"Io ho commesso un grave torto: essere un giovane con la propria testa e non un servo sciocco", ecco la motivazione del segretario nazionale. "E' escluso chiunque si permetta di alzare il capo e smette di essere un yes-man"

PALERMO. Il segretario nazionale dei Giovani Mpa, Giovanni Di Stefano, si è dimesso perché "se il dominus decide di mettere da parte silenziosamente un dirigente nazionale e, insieme con lui, i segretari regionali da lui nominati non ci sono regole democratiche che tengono, non vi sono regole partitiche che bastino, basta un pollice verso il basso e nel silenzio questi vengono esclusi dalle direzioni e dai consigli di partito".
"E' escluso - aggiunge - chiunque dissenta, chiunque si permetta di avere un suo modo di pensare libero, chiunque si permetta di alzare il capo e smette di essere un yes man o peggio un 'utile idiota'. Io ho commesso un grave torto: essere un giovane con la propria testa e non un servo sciocco. Ho pagato con l'esclusione bulgara e non motivata dalle direzioni nazionali e dai consigli federali che da statuto prevedevano la mia presenza". "Ho pagato io - prosegue - e i segretari regionali giovanili che si sono rifiutati di tradirmi, che come me avevano creduto alla favoletta di Raffaele Lombardo sui giovani che dovevano ragionare con la loro testa indipendentemente dai "grandi".

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