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"Mercadante non organico alla mafia nonostante i rapporti con i boss"

I giudici della sesta sezione della Corte d'appello di Palermo depositano le motivazioni della sentenza d'assoluzione dell'ex deputato regionale di Forza Italia. "Contatti anche con Provenzano, ma non sufficienti per dire che faceva parte di Cosa nostra"

PALERMO. Ha avuto rapporti con Cosa nostra, ma per Giovanni Mercadante, primario di Radiologia dell'ospedale Ascoli di Palermo ed ex deputato regionale di Forza Italia, non ci sono gli estremi per il reato di associazione. Questo in sintesi il contenuto delle motivazioni della sentenza d'assoluzione  depositate dalla sesta sezione della Corte d'appello
Assoluzione che è arrivata lo scorso 21 febbraio dopo che il medico aveva trascorso 4 anni e 7 mesi fra carcere e arresti domiciliari.
I giudici parlano di un "compendio probatorio" che è "decisamente inquietante" e si riferiscono ai contatti col cugino-boss di Prizzi, Tommaso Cannella e con l'ex superlatitante Bernardo Provenzano, ma sempre secondo la Corte d'appello non si può "affermare con la necessaria certezza che il medesimo abbia fatto organicamente parte di Cosa nostra".

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