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Inter, incredibile rimonta: il Milan rimanda lo scudetto

Una doppietta di Pazzini negli ultimi cinque minuti regala ai nerazzurri ancora una speranza di tricolore. La squadra di Leonardo ora è a meno cinque

CESENA. Quello che si dice 'il veleno nella coda'. A un minuto dal novantesimo, per l'Inter è 'game over': il Cesena inchioda sull'1-0 i nerazzurri e spalanca le porte alla festa scudetto rossonera. Invece, con un uno-due travolgente di Pazzini in pieno recupero, i 'Campioni di tutto' si portano a meno cinque dal Milan, allungando il testa a testa tricolore con i cugini attesi domani dalla sfida casalinga con il Bologna.       Leonardo sceglie un flessibile 4-4-2, con Thiago Motta - sorta di vice-Sneijder - al fianco di Zanetti, Cambiasso e Pandev alle spalle della coppia d'attacco Etòo-Milito. Un modulo per niente fisso, con il Re Leone a svariare fra le linee e a finire, spesso, sulla trequarti, a recuperare palloni da far filtrare verso il Principe argentino.    Dietro, Castellazzi in porta al posto dello squalificato Julio Cesar, la diga centrale Ranocchia-Lucio e, sulle fasce, la spinta di Maicon e Nagatomo, accolto con entusiasmo dal suo ex pubblico e premiato con un 'Cavalluccio d'acciaiò dalla società che lo ha scoperto e, poi, imposto sul palcoscenico della Serie A.      



Sull'altro fronte, Ficcadenti accantona il tradizionale 4-3-3 per giocare con un intrigante 'albero di Natale', e il duo di 'piccoletti', Jimenez-Giaccherini alle spalle dell'unica punta Budan. E proprio uno dei 'piccoletti', Giaccherini fa subito correre più di un brivido ai tanti sostenitori interisti scesi in Romagna. Scatto bruciante sulla tre quarti, difensori nerazzurri fermi come statue di sale e corridoio libero verso la porta ospite: la palla schizza via un po' troppo lunga e  Castellazzi rimedia in uscita. Non male per uno che si dichiara, da sempre, tifoso della Beneamata.    Sarà l'euforia ancora in circolo dopo il 2-0 rifilato al Bologna domenica scorsa o la voglia di agguantare la salvezza, mai così vicina, ma a fare la partita è il Cesena. Guizzante ed elastico copre bene tutte le parti del campo, recupera palloni su palloni, da lanciare in profondità per gli arrembanti Giaccherini e Budan, e porta a casa tre angoli in un amen. L'Inter, in venticinque minuti abbondanti, è tutta in un tiro da fuori, innocuo, di Nagatomo. Un po' poco, tanto che Leonardo ordina di spostare in avanti il baricentro. I suoi eseguono, guadagnano fette di campo e Cambiasso - murato dalla difesa cesenate - prova a portare un minimo di scompiglio nell'area bianconera.    Niente di che. I metri guadagnati svaniscono ad inizio ripresa: nel giro di tre minuti il Cesena porta casa due angoli e con Jimenez, ex mai troppo rimpanto a Milano, saggia un paio di volte la tenuta della difesa nerazzurra, prima di graziare Castellazzi con un colpo di testa - non proprio la specialità della casa - alto sulla traversa.


E' il prologo al gol. Ceccarelli sguscia sulla fascia destra e cross: Budan 'brucia' Lucio e appoggia in rete in posizione dubbia.    Incassato il gol Leonardo prova a cambiare le carte: prima inserisce Pazzini per un dolorante Pandev, toccato duro da Ceccarelli e poi Mariga per un Thiago Motta ben poco brillante. Sembra un po' la mossa della disperazione e invece il 'tridente', grazie alle magie di Etòo e del 'Pazzo', regala l'ennesima rimonta interista in campionato nel secondo tempo.    I due ci provano - Etòo da fuori, Pazzini di testa a due passi dalla porta di Antonioli - prima di confezionare la rete del pareggio al 91esimo (cross del Re Leone, esterno destro dell'ex sampdoriano a freddare il portiere cesenate) e poi, con la collaborazione di Maicon, quella del 2-1, grazie a un preciso colpo di testa dell'attaccante toscano. E' l'apoteosi per lo spicchio di Romagna nerazzurra. Quella bianconera guarda attonita e si chiede, inutilmente, 'perche?'.

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