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Rugby, l'Adv Palermo sconfitta a Napoli

Battuta d'arresto che non fa male alla compagine siciliana, che perde 27-5 una sfida che non aveva molto da dire

PALERMO. Una battuta d’arresto prevista e che non fa male all’Adv Palermo, che a Napoli, contro la Partenope, perde 27-5 in una sfida che per entrambe le società ha poco o nulla da dire. Il risultato, però, inganna sull’andamento stesso della partita che è stato molto equilibrato, con le due squadre che si sono affrontate in maniera intensa e senza risparmiarsi. A fare la differenza sono stati gli errori della squadra del presidente Fabio Rubino, che si è fatta male da sola, permettendo agli avversari di chiudere i primi quaranta minuti di gioco 17-5. Costretta ad inseguire, i ragazzi allenati da Filippo La Torre, hanno fatto un gioco «un po’ confusionario – rivela lo stesso La Torre – Quando si è costretti ad inseguire il risultato si perde la lucidità e sembra di non sapere giocare più a rugby. La sosta di quindici giorni ci sarà utile per rivedere qual cosina». La Partenope parte forte e si porta in vantaggio grazie ad un piazzato di Martone. Poi errore grossolano dei nero-arancio dalla touche che regalano palla a Piscopo che va in meta.


Pochi minuti dopo Reyna parte da solo da centrocampo ed arriva in area di meta tra lo stupore generale dei giocatori del Palermo che si sono fatti superare con molta facilità. La reazione, però, prima dello scadere. Anselmo imita il “collega” Martone e grazie all’appoggio dei compagni di squadra, realizza la meta che accorcia il risultato. Nella ripresa, il quindici siciliano tenta di riaprire la partita. Ma la retroguardia napoletana regge l’urto. Sono tanti gli spazi lasciati dietro e per i padroni di casa è facile realizzare altre due mete con  Gherardi e Termini. «Avevamo dei buchi in formazione a causa delle assenze – dice La Torre –Ma chi è andato in campo ha fatto il proprio dovere. Ora cercheremo di fare un bel finale di stagione». «Il nostro obiettivo era la salvezza facile – dice il presidente Rubino – L’abbiamo conquistata. Ora ci sono sei giornate per fare in modo che i ragazzi più piccoli possano maturare ed essere pronti l’anno prossimo».

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