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Incubo Palermo

Giornata drammatica al Renzo Barbera. I rosanero perdono 7 a 0 contro l'Udinese in una delle peggiori prestazioni nella storia della squadra. Quattro gol di Sanchez e tre di Di Natale per gli uomini dell'ex mister Francesco Guidolin

PALERMO. Qualcuno il 13 marzo 2005 avrà pensato: «Non succederà mai più di vedere l’Udinese vincere con questo scarto a Palermo». Quel giorno Palermo – Udinese è finità 1-5. Quella volta gli incubi avevano le sembianze di Di Michele, Iaquinta e Muntari. Sulla panchina dei friulani c’era un ex allenatore di Zamparini, Luciano Spalletti. Era il primo anno di Seria A, dopo il ritorno nella massima categoria. E, ironia della sorte, sulla panchina del Palermo, c’era Francesco Guidolin, che oggi allena l’Udinese. Anche lui oggi, come Spalletti quasi sei anni fa, è arrivato al Barbera da ex allenatore di Zamparini. Chi avrà fatto quel pensiero, però, purtroppo si sbagliava. Perché oggi al Palermo è andata molto peggio e sempre contro l’Udinese. Questo 27 febbraio 2011 non sarà mai dimenticato dai tifosi rosanero. È una delle giornate più nere della storia rosanero, perché perdere 0-7 in casa è qualcosa difficile da descrivere. Gli aggettivi negativi si sprecherebbero, ma esprimere un giudizio diventa quasi imbarazzante per chi si deve mettere alla testiera a scrivere. Ma in questi casi un risultato del genere basta e avanza, perchè guardare quel maxi schermo con quel risultato scritto sopra a fine gara è stato come ricevere una pugnalata dritta al cuore per qualsiasi tifoso. Si esce con le ossa rotte e il morale che ora sarà sotto terra. Il pericolo maggiore è che il campionato del Palermo possa essere finito oggi con tre mesi di anticipo. Ed errore ancora più grave sarebbe pensare ormai di arrivare alla semifinale di Coppa Italia. Perchè un'impresa in semifinale col Milan può arrivare solo se a questo appuntamento si arriva carichi anche di buoni risultati e prestazioni in campionato.

Il monologo dell’Udinese oggi è cominciato subito, e al 9’ è già vantaggio con il gol di Di Natale, che gira alla perfezione di testa un cross dalla sinistra di Armero. Nessuna responsabilità da parte di Sirigu, qualcuna, invece da parte di Andelkovic, bruciato sul tempo dal capitano bianconero. I rosa subiscono il colpo e l’Udinese continua ad attaccare in particolare dalle parti di Darmian sulla sinistra, dove Armero fa sfracelli. Ma è tutta l’Udinese a girare a mille e già al 18’ arriva il raddoppio degli ospiti. Stavolta va a segno l’altro gemello del gol bianconero, Sanchez sugli sviluppi di un calcio d’angolo, in cui la palla sembra un flipper impazzito dentro l’area che i rosa non riescono mai a buttare via. Avvio shock, ma il vantaggio è meritato per una squadra che gioca a memoria. L’Udinese non si accontenta e al 28’ e con un contropiede magistrale arriva lo 0-3. È Di Natale a lanciare Sanchez, che da solo davanti a Sirigu non sbaglia. Lezione di calcio. La notte si fa sempre più fonda al 39’, quando l'arbitro Peruzzo espelle Bacinovic per doppia ammonizione. E nel giro di un minuto arrivano altri due gol da parte dell’Udinese. Le firme sono sempre le stesse: Di Natale, Sanchez. Il primo tempo, che in questo caso è più assomigliato a un incubo senza fine, si chiude sullo 0-5 e il Palermo esce all’intervallo accompagnato dai fischi del Barbera.



Ma la notizia peggiore è che ci sono altri quarantacinque minuti da giocare. E al 48’ l’Udinese termina la sua opera per arrivare al punteggio tennistico. Manco a dirlo è ancora Sanchez, che sigla il poker personale, facendo quello che vuole nell’area rosanero. Per il cileno la partita finisce cinque minuti più tardi tra gli applausi meritati di tutto il Barbera, quando viene sostituito da Denis. Ma questa partita oggi non vuole proprio finire per gli uomini di Rossi e al 59’ arriva anche il rigore per l’Udinese. Darmian atterra Armero e viene espulso. Di Natale non sbaglia. La beffa è l’esultanza del pubblico rosanero al settimo gol. Finisce 0-7, ma rispetto a quel 13 marzo 2005 non ci sono applausi a fine partita, ma fischi. Da sottolineare, comunque, che anche questa volta tutto è rimasto nei limiti della civiltà e della sportività.



Il Barbera, però, non si smentisce mai e da alcune zone degli spalti si alzano cori in favore di Delio Rossi. Non sappiamo se un giorno il pubblico di qualsiasi altra squadra inneggerà al proprio allenatore che perde in casa per 0-7. Un messaggio chiaro da parte della tifoseria. Proprio Delio Rossi è il protagonista del fine partita. La sua sagoma rimane immobile davanti alla panchina al fischio finale. Tutti gli passano davanti. Lui è lì, fermo immobile. Mille pensieri per la testa. a un certo punto muove solo il braccio, rivolgendosi alla squadra per invitarla ad andare sotto la curva a chiedere scusa. Poi rimane ancora lì, fermo. È l’ultimo a uscire. Ancora una volta viene accompagnato da qualche coro a favore. In questa occasione, però, il tecnico rosanero non ha la forza di ringraziare i supporters come in altri frangenti, e rimane con le braccia incrociate e la testa china. Questi cori, nonostante l’immagine finale, dimostrano che Rossi non è solo. Ma probabilmente questo non basterà per farlo restare ancora sulla panchina del Palermo.

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