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I berlusconiani fanno la corte al Mpa

Il premier garantisce che altri otto deputati sarebbero pronti a passare dalla sua parte. Intanto il movimento di Lombardo entra nelle "grandi manovre". Il portavoce Misiti: "Se si dovesse creare un gruppo di persone disposte a lavorare per il bene del Mezzogiorno e per le sue infrastrutture, noi saremmo pronti al dialogo"

ROMA. Alcuni cadono "dalle nuvole" sostenendo che si tratti per lo più di "propaganda" finalizzata ad alimentare la "guerra di nervi" in atto tra i poli. Altri, invece, confermano che il pressing sugli indecisi ormai è tale che, a breve, saranno in molti quelli pronti a sbarcare armi e bagagli nel Pdl o in gruppi che sostengono il governo.
La dichiarazione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, secondo la quale sarebbero almeno "otto i deputati" pronti a schierarsi con la maggioranza, divide anche i berlusconiani. "Non credo che i nuovi 'acquisti' saranno davvero così imponenti - commenta ironico un deputato del Pdl - però io so che si stanno facendo forti pressioni soprattutto sui finiani scontenti e sull' Mpa". Ad 'occuparsi' dei primi, si racconta al gruppo della Camera, sarebbe, tra gli altri, l'ex deputato di Fli Silvano Moffa. E il motivo per cui né lui, né gli altri fuoriusciti dal partito di Fini (come Catia Polidori, Giampiero Catone e Maria Grazia Siliquini) sarebbero tornati nel Pdl sarebbe proprio questo: Moffa sta cercando di dar vita ad un nuovo gruppo parlamentare (se serve anche con il 'prestito' di alcuni deputati del Pdl per arrivare al traguardo dei 20: numero minimo per costituire gruppo autonomo a Montecitorio) che funga da 'polo di attrazione' per altri moderati 'scontenti'. Obiettivo: ingrossare il più possibile le fila dei 'supporters' del governo, evitando il 'rischio Turigliatto' che nel 2008 fece rovinare il governo Prodi per una manciata di voti. E tra gli scontenti, Moffa e il Pdl sperano di poter trovare "numerosi esponenti di Futuro e Libertà".
Uno dei prossimi banchi di prova per la tenuta del terzo polo e per il riassetto degli equilibri politici sarà la proposta di legge sul testamento biologico. L'intenzione del Pdl sembra sia quella di ritirare fuori dal cassetto il provvedimento già votato al Senato per gettarlo come un macigno tra 'le gambe' di Fini e Casini. Su questo tema, infatti, centristi e finiani sembrano profondamente divisi. Ma il vero 'spartiacque' per capire quanto il governo riuscirà davvero a rafforzarsi sarà proprio la nascita del terzo polo e le alleanze che questo stringerà in vista delle elezioni. Il segretario del partito Pier Luigi Bersani dice con chiarezza di essere interessato a un'alleanza con il polo dei moderati. E la cosa, si osserva nel Pdl, "potrebbe riuscire non gradita a più di un finiano".
"Il rischio infatti - spiegano nella maggioranza - è che le tre forze pronte a stringere il patto anti-Berlusconi si consumi un matrimonio innaturale che potrebbe scontentare i rispettivi elettorati. E molti, di Futuro e Libertà, in vista del progetto, cominciano ad avere seri maldipancia". Proprio quello che sperano nel Pdl. "Solo quando si saranno strette le vere alleanze - si aggiunge - si potrà capire su quante forze noi potremmo contare". I berlusconiani confidano molto nell'ex Idv Aurelio Misiti, ora portavoce dell'Mpa, per traghettare nella maggioranza i deputati del Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo. Lui nega, anche se alla fine uno spiraglio lo lascia aperto: "Se intorno a Moffa, che è persona che stimo moltissimo, si dovesse creare un gruppo di persone disposte a lavorare per il bene del Mezzogiorno e per le sue infrastrutture, noi saremmo pronti al dialogo". Anche se "temo - precisa subito dopo - che Moffa sia decisamente più interessato alle questioni nazionali...".

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