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Comune di Palermo e i gettoni intoccabili

Hanno approvato un bilancio di lacrime e sangue, figlio di una grave crisi congiunturale. Hanno messo la loro firma sotto pesantissimi tagli alla spesa sociale e assestato colpi di machete ai fondi per le scuole, per le manutenzioni delle strade, per il turismo, per la cultura. Hanno passato tre anni e mezzo a chiacchierare e litigare in aula, a dividersi su tutto, cincischiare, saltare da un gruppo all’altro come api a caccia di una goccia di miele più saporita. Sedute infinite dedicate alla scala interna di un palazzo o alle scaramucce su pass per le corsie preferenziali e autoblù assessoriali. Delibere approvate col contagocce, nessun atto veramente qualificante negli ultimi sei mesi, tutti in vacanza ad agosto perchè le ferie sono sacre, salvo poi scoprire che nel frattempo nelle commissioni si faceva il pieno di sedute (inutili) e dunque di gettoni (sonanti), perché guai a rinunciare a un solo spicciolo del proprio lauto compenso mensile. Cui si aggiunge quello del proprio posto di lavoro, dove magari nessuno li vede mai perché fioccano i permessi e però il Comune intanto rimborsa quelle aziende. Insomma, pagati due volte, per non lavorare né qui né lì. Per chi non lo avesse ancora capito, stiamo parlando dei 50 componenti (beh, facciamo così, salviamone una mezza dozzina, non di più, anche se ora si aprirà la corsa alla patente di virtuoso, c’è da giurarci) del più sciagurato, improduttivo e mediocre consiglio comunale che la città di Palermo ricordi. Quel consiglio comunale che ora si mette alla testa di una crociata contro i paventati tagli alle spettanze economiche dei componenti delle assemblee municipali, previsti nella bozza di nuova Finanziaria regionale. Apriti cielo! Che si tagli a tutti, ma guai a toccare le tasche di chi quei tagli li certifica. Domani il secondo incontro dei paladini della crociata, per pianificare le loro strategie. Noi ci saremo. E vi racconteremo di facce e intenti. Le vere emergenze, del resto, passano in second’ordine, no?

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