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Pastore-Hernanes, sfida da numeri 10

Il Flaco e il Profeta non hanno sulla schiena il simbolo del fantasista, ma certamente lo sono come stile di gioco e come talento allo stato puro

PALERMO. Il numero 10 non ce l’hanno sulla schiena, perché uno gioca con il 27 e l'altro con il numero 8. Pastore ed Hernanes però quella maglia ce l'hanno dentro. Per la posizione in campo, per la creatività, per i dribbling, per la capacità di infiammare la fantasia dei tifosi che solo i numeri 10 hanno. Javier, «El flaco», ha già Palermo ai suoi piedi. Hernanes, «O profeta», appena sbarcato in Italia sta già facendo sognare i tifosi della Lazio. Il magro contro il profeta. Un argentino e un brasiliano uno di fronte all'altro per l'ennesima volta nella storia del calcio. Ecco la sfida nella sfida che andrà in scena domenica al Barbera. Il vincitore inevitabilmente condizionerà il risultato finale come solo un numero 10 è in grado di fare.



Simili eppure nello stesso tempo diversi. Pastore è arrivato in Italia dall'Huracan che aveva appena compiuto 20 anni, nessun titolo alle spalle e tante belle parole, più 6 milioni di euro (costo del cartellino), da trasformare in fatti. Un inizio stentato durante la gestione Zenga prima del definitivo decollo quando al palermo arrivò Delio Rossi. Hernanes invece è approdato in serie A a 25 anni dopo aver vinto 2 campionati col San Paolo, una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Pechino e dopo essere stato nominato miglior giocatore del pianeta under 23 nel 2009. Lotito per portarlo a Roma ha dovuto sborsare più di 13 milioni di euro, vincendo la concorrenza di numerosi club, tra cui anche quella del Palermo di Zamparini. Accusato dallo stesso Lotito di «concorrenza sleale» per essersi inserito nell’affare già in corso.



Il profeta si è subito inserito nel campionato italiano, diventando l'anima di questa Lazio capolista. Per lui 2 gol nelle otto partite fin qui disputate. La metà di Pastore che in questo scorcio di campionato è già andato a segno 4 volte.
Siccome il calcio rimane pur sempre un gioco, per gioco si è chiesto a tre addetti ai lavori di dare i voti ai due fuoriclasse. Quando Giancarlo Antognoni giocava, e bene, nella Fiorentina e in Nazionale la maglia numero 10 l'aveva addosso. Anzi è stato il giocatore azzurro che l'ha indossata più volte.



«Pastore ha un dribbling micidiale - afferma Antognoni - ed ha un maggiore senso del gol rispetto al brasiliano. Il giocatore del Palermo ama giocare più vicino alla porta, mentre magari Hernanes è più portato a fare il regista. Pastore poi è ancora giovanissimo di età ma calcisticamente avanti, tra i due scelgo lui». Andrea Agostinelli è un allenatore, con un passato da calciatore proprio con la maglia biancoceleste. Un passato però che non condiziona il suo giudizio. «Fino ad ora Pastore ha dimostrato qualcosa in più - dice Agostinelli - e in prospettiva è veramente un fenomeno. Hernanes è molto forte ma è ancora un gradino sotto. Poi c'è una differenza di posizione in campo, Pastore lo puoi schierare come trequartista dietro a una o due punte, mentre il brasiliano può giocare in tutte i ruoli del centrocampo: regista, mezzala o trequartista. In generale Pastore è più concreto, incide di più in una squadra. Ecco - conclude il tecnico marchigiano - magari rispetto all'argentino il laziale sa utilizzare di più il piede sinistro, perché ho notato che batte i calci piazzati con entrambi i piedi. Ma per il resto Pastore è migliore in tutto».



Alessandro Parisi, difensore del Bari, ha giocato contro la Lazio di Hernanes (che in quell'occasione ha segnato il primo dei due gol con cui i biancocelesti hanno battuto i pugliesi) due settimane fa. «Non c'è proprio paragone - esordisce così Parisi - perché Pastore è un giocatore fantastico che ha numeri incredibili. L'argentino ha tutto: fantasia, estro, tiro ed è sempre stato continuo. Insomma è destinato a grandi palcoscenici. Mentre Hernanes è un ottimo giocatore, ma giocandoci contro qualche settimana fa non mi ha impressionato più di tanto. Certo è meno tempo che è in Italia ma non penso possa raggiungere il livello di Pastore». Insomma, secondo il giudizio degli «esperti», pare non ci sia confronto. Pastore sulla carta vince come senso del gol, come dribbling, come tiro in porta e come personalità. Non se la prenda Hernanes, tanto si è detto prima: è solo un gioco.

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