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Un campionato incerto

Visto? In nove punti (4-13) c'è il mondo intero, presente e futuro, sogni e realtà: l'incertezza è concreta, è ancora stagione di scommesse. Inter e Juve dovevano ridare lustro al Derby d'Italia, lo hanno appena rispettato, rimandando il meglio al ritorno. Esibizione di una certa qualità, ma senza il sale del gol c'è poco gusto. Vi do volentieri qualche dritta, non si sa mai. Vi dico che l'Inter è ancora la più forte, quarantaquattro partite a San Siro senza mai perdere rappresentano il motivo di un mio antico bisticcio con Mancini, per altri versi un figlioccio: gli raccomandavo di privilegiare la fase difensiva che nell'Inter era disastrosa anche ai tempi del Ronaldo Vero (Simoni aveva perso il posto per una goleada - credo sei gol - inflitta all'Inter dal Real in un'amichevole!) e lui, Mancio, a rispondermi che non avevo capito perché fosse andato con Moratti: diceva per dare spettacolo, io dicevo per vincere. Alla fine mi ha dato ragione.
Ha vinto e ha lasciato il posto a un nobile catenacciaro, Mourinho, che per la gioia del Leader Massimo ha vinto anche la Coppona. A proposito dell'Inter, vorrei dire che il bambinello Cutinho ha bisogno di crescere: per ora sembra uno di quei ragazzini prodigio, dottissimi, che giocano fra i grandi perché i grandi talvolta sono anche generosi coi ragazzini. Poi direi che Krasic mi sembra il miglior acquisto in assoluto, visto che Eto’o c'era già, sennò votavo per lui che rappresenta un felice ritorno al Calcio Classico, che non è una qualità di lambrusco ma un filone revival. Sarebbe bello se le qualità di Krasic - piedi ottimi spirito combattivo, visione aperta dei modelli tattici, spirito di sacrificio - contagiassero il resto del gruppo permettendo alla Juve di anticipare la resurrezione che Delneri non ha il coraggio, giustamente, di promettere.
Il calcio migliore - per ora ancora verde ma con momenti di alta qualità che presuppone un gran lavoro fatto - lo fanno vedere il Palermo e la Lazio, i rosanero con impudente estro offensivo in trasferta e inspiegabili tremori in casa. A Firenze il Palermo s'è portato da macchina da guerra, impietoso, pronto a cogliere le sbavature difensive dei viola, pronto a punirli. Ma che dico: pronto a dimostrare al patron che le feste alla Favorita son diventate ormai un incubo, come quelle del San Paolo per il Napoli: s'allontanano e vanno a strabattere avversarie di alto livello, tornano a casa e tremano davanti all'ultima provinciale. Perniciosa stravoglia di strafare davanti al pubblico amico - dice Mazzarri - e ha ragione, fino a quando non riesce a razionalizzare l'organizzazione della sua squadra, a darle la carica come un anno fa, a far risaltare la qualità di uomini super come Hamsik e Cavani e Lavezzi che stanno conquistando l'attenzione come il grande Pastore e il sunnominato Krasic. Come l'elegante Hernanes, l'eccezione brasiliana al trionfo degli argentini ormai numerosi quanto gli italiani. Si parla della qualità del campionato: con gli uomini giusti - da lui governati, naturalmente - anche Edy Reja diventa un tecnico-da-spettacolo. Con grande dolore dei romanisti dirimpettai che cercano disperatamente il passo di un anno fa ma forse non lo troveranno mai: adesso il passo è quello di un Totti saggio ma molto misurato. Per finire, segnalo alcuni momenti magici dell'accademico Milan, a volte forte e deciso, altre lezioso e perditempo; Allegri ha comunque riabilitato buona parte della truppa; solo Pato è in ritardo, alcuni mediocri non cresceranno mai, i grandi - come Ibra - saranno sempre grandi.

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