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Agguato a Catania, la Procura: di stampo mafioso

Per i magistrati c'è la mano di Cosa nostra dietro la sparatoria in cui è morto un ventunenne e sono rimasti feriti altri due giovani

CATANIA. Un agguato di chiaro stampo mafioso. E' la tesi della Procura della Repubblica di Catania sulla sparatoria in cui è morto un ventunenne e altre due persone sono rimaste ferite.    
A fare propendere i magistrati su questa ipotesi è soprattutto la modalità dell'agguato: con i sicari che inseguono i loro obiettivi per eliminarli, anche dopo averne ferito uno. Un altro elemento sono le frequentazioni della vittima, Luigi Giustolisi, 23 anni, incensurato, e dell'amico che era con lui, Michele Beninato, di 23 anni, rimasto ferito e sfuggito alla furia omicida dei killer. In passato i due sarebbero stati identificati da investigatori in compagnia di affiliati a un clan mafioso di Catania.   
E' confermata con certezza l'assoluta estraneità ai fatti del trentenne incensurato ferito perché scambiato per uno dei due obiettivi dal gruppo di fuoco.    
Le indagini dei carabinieri del reparto operativo di Catania sono coordinate dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia Agata Santonocito.

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