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Dell'Acqua: noi giudici calunniati e indifesi

Il presidente del collegio della Corte d'Appello di Palermo che ha condannato Marcello Dell'Utri: “L'Anm, sia a livello distrettuale che nazionale, non è intervenuta a nostra tutela”

PALERMO. "Abbiamo subito attacchi personali, io e gli altri giudici del collegio, Salvatore Barresi e Sergio La Commare. Persino i miei figli sono stati chiamati in causa in un contesto di insinuazioni offensive e calunniose". Lo afferma in una intervista al Giornale di Sicilia Claudio Dall'Acqua, presidente del collegio della Corte d'Appello di Palermo che ha condannato Marcello Dell'Utri a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
"L'Anm, sia a livello distrettuale che nazionale, non è intervenuta a nostra tutela. Abbiamo dovuto fare un comunicato, alla vigilia della camera di consiglio, perché nessuna voce - a parte quelle di singoli colleghi - si è levata in nostra difesa".
Quello contro Dell'Utri per Dall'Acqua "era un processo come tutti gli altri", certo con "un connotato politico", ma questo - sottolinea - non lo ha trasformato in un processo 'speciale'". "Qualcuno ha pure parlato di una nostra presunta 'grande fretta di assolvere Dell'Utrì, per il mancato accoglimento di alcune richieste dell'accusa. Ma noi abbiamo rigettato istanze sia dell'accusa che della difesa...".
L’intervista completa sul Giornale di Sicilia in edicola questa mattina.

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