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Palermo, i giovani guardano al futuro con incertezza

Lo sostiene il report stilato nel progetto finanziato dal Comune nell'ambito del piano territoriale per l'infanzia e l'adolescenza e realizzato dall'associazione per la mobilitazione sociale onlus con la collaborazione dell'azienda sanitaria provinciale

PALERMO. Giovani delusi dal presente che guardano con incertezza al futuro. Scettici verso la politica e insoddisfatti dei servizi offerti dalla città, vivono nella consapevolezza di dover lasciare Palermo per appagare le proprie aspirazioni professionali ed allontanarsi da un sistema che come unica alternativa offre un posto di lavoro al di sotto delle aspettative, in nero, ottenuto grazie all’aiuto di amici o parenti. Ecco il profilo delle nuove generazioni tracciato nel report “Giovani a Palermo” realizzato nel corso di  Progetto Giovani Palermo (PGP), un’iniziativa finanziata dal Comune nell’ambito del Piano territoriale per l’infanzia e l’adolescenza, portata avanti dall’associazione per la Mobilitazione Sociale Onlus con la collaborazione dell’Azienda Sanitaria Provinciale. L’indagine condotta dallo staff di PGP, coordinato da Marco Marchese, è stata effettuata attraverso 1273 interviste telefoniche rivolte ad un campione di 654 donne e 619 uomini tra studenti, lavoratori, disoccupati e in cerca di prima occupazione di età compresa tra i 14 e i 34 anni. Un target che costituisce circa il 34,4 per cento della popolazione residente.


Dall’analisi dei dati raccolti è emerso che pur valutando positivamente l’offerta formativa scolastica e universitaria in termini di indirizzi, personale docente e materie, quasi l’80 per cento dei giovani ammette che non troverà un lavoro idoneo al proprio titolo di studio e per questo il 56,2 per cento lascerà Palermo per costruirsi altrove un’identità professionale. Per il 67,6 per cento la difficoltà di trovare un impiego è da attribuire alle carenze del mercato del lavoro, eppure, dalle risposte degli intervistati emerge che, terminato il percorso di studio, trascorrerebbero all’incirca 3 anni prima di trovare un lavoro stabile. Andando a fondo nella questione lavoro si scopre che dei 644 giovani che dichiarano di aver trovato un'occupazione, 175 (29,7%) lavorano in nero.  La fetta più consistente di lavoratori è impiegata nei call center. L’analisi dei dati dimostra inoltre che il lavoro viene considerato un affare di famiglia: non superano il 5 per cento, infatti, i giovani che sono riusciti a trovare un impiego ricorrendo ai canali formali (agenzie di collocamento o siti internet istituzionali) mentre il 38,9 per cento dichiara di aver fatto ricorso ad amici o parenti.


«I giovani – afferma l’assessore comunale alle Attività Sociali e Politiche Giovanili, Raoul Russo – sono ancora legati al posto fisso, ma quell’era è finita. Oggi, i ragazzi che vogliono scommettere sul proprio futuro devono mettersi in gioco, devono imparare a non arrendersi e a cogliere le iniziative a loro rivolte come il sistema dei prestiti d’onore. L’assessorato sta lavorando proprio in questa direzione mettendo in campo tante opportunità». Il report ha rivelato anche l’insoddisfazione dei giovani verso una politica «corrotta e clientelare che soffoca le risorse dei giovani e ne mortifica il merito e le competenze». Negativa anche la valutazione verso i trasporti pubblici, gli impianti sportivi, i musei e le biblioteche. Il malcontento, difatti, si attesta al 74,8 per cento.


«Giovani a Palermo - afferma Marco Marchese - è un lavoro che conduce verso la conoscenza dei giovani per meglio interpretarne i bisogni e dunque suggerire al mondo politico e sociale le risposte esatte in termini di sostegno concreto ed efficiente. Affinché questo avvenga è necessario che la programmazione socio-politica rivolta ai giovani conceda ad ognuno di essi l’opportunità di esprimere le proprie idee e confrontarle con quelle di coloro che dovranno prendere decisioni mirate al loro benessere».

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