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Spatuzza: è vero ho fatto “dichiarazioni a rate”

Lo scrive la Commissione del Viminale nella motivazioni della decisione in cui viene spiegato il no alla protezione

ROMA. Gaspare Spatuzza ha ammesso di fare “dichiarazioni a rate”. Lo rileva la Commissione del Viminale sui pentiti nelle dieci pagine di motivazioni con cui ha rifiutato di ammettere il boss al programma di protezione.
È stato Spatuzza, scrive la Commissione nel documento "ad ammettere di avere deliberatamente mantenuto il silenzio su alcune circostanze, per timore delle conseguenze e in attesa di fare ingresso nel programma di protezione". "Non ho riferito subito di queste cose riguardanti Berlusconi - egli ha detto il 6 ottobre 2009 alla Dda di Palermo - perché intendevo prima di tutto che venisse riconosciuta la mia attendibilità su altri argomenti e poi riferirne, sia per ovvie ragioni inerenti la mia sicurezza, sia per non essere sospettato di speculazioni su questo nome nella fase iniziale, già molto delicata, della mia collaborazione".

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