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Truffe alle finanziarie, 13 indagati nell'Agrigentino

L'operazione coinvolge anche due centri del Nisseno. Venivano realizzate false documentazioni sull'esistenza di rapporti di lavoro con enti pubblici

AGRIGENTO. Tredici provvedimenti cautelari sono stati eseguiti, all'alba, dalla sezione della polizia giudiziaria e dai poliziotti della squadra mobile, nei confronti di presunti appartenenti a una associazione per delinquere finalizzata ad ottenere ingenti somme di denaro ai danni di società finanziarie nazionali ed internazionali. Le 13 persone, residenti fra i comuni di Canicattì e San Giovanni Gemini, nell'Agrigentino, e Delia e Sommatino, nel Nisseno, producendo delle false buste paga attestanti un impiego pubblico chiedevano, secondo l'accusa, finanziamenti di 20-30 mila euro circa. Le somme ottenute ammonterebbero complessivamente ad oltre un milione e mezzo di euro, che rimanevano insoluti dato che la posizione reddituale prodotta era falsa. I provvedimenti, 4 in carcere, 2 ai domiciliari e 7 divieti di dimora, sono stati firmati dal gip di Agrigento, Stefano Zammuto, su richiesta del sostituto procuratore Lucia Brescia.
La tecnica adoperata era quella di realizzare falsa documentazione attestante l'esistenza di un rapporto di lavoro con enti pubblici che facevano ottenere a inesistenti dipendenti della Pubblica amministrazione finanziamenti personali garantiti dalle retribuzioni che, ovviamente, non avevano riscontro nella realtà e non venivano pertanto onorati. Le indagini hanno permesso di ricostruire come la banda riuscisse a "superare le garanzie del sistema e con un'inquietante capacità di insinuarsi negli apparati burocratici di Enti pubblici territoriali, falsificando documenti e rubando l'identità di ignari dipendenti pubblici".  

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