Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Musotto: "Lombardo ha i numeri, vada avanti"

Per il capogruppo dell'Mpa il governatore è per ora al sicuro, ma da Roma è in corso il pressing per convincere Miccichè a rientrare nel Pdl "ufficiale"

PALERMO. «Bisogna solo capire cosa farà il Pdl. Per il resto, il voto sulla Finanziaria ha chiarito che Lombardo ha una maggioranza che può andare avanti così»: per Francesco Musotto il risultato politico è il rafforzamento dell’asse Mpa-Pdl Sicilia-Pd aiutato dal rutelliano Mario Bonomo. Per il capogruppo dell’Mpa i numeri mettono al riparo Lombardo e solo il pressing che a Roma è in corso per convincere Miccichè a rientrare nel Pdl ufficiale potrebbe costringere il governatore a cambiare ancora maggioranza e governo aprendo definitivamente al Pd. Altrimenti, il dubbio potrebbe essere che ruolo dare a un Pdl di nuovo unito: «Se il Pdl si ricompatta - è il ragionamento di Musotto - bisognerà vedere che sintesi troverà fra il no di Castiglione al governo e il rapporto di collaborazione di Miccichè. Sarà in ogni caso Lombardo a valutare se ci sarà un adegaumento della composizione della giunta». Musotto si è comunque detto certo che «Miccichè e Lombardo andranno avanti insieme. E il veto posto dal sottosegretario a un eventuale ingresso in giunta del Pd è un problema suo». Anche perchè in casa Mpa si dà per scontato che anche in caso di retromarcia di Miccichè almeno 4 finiani e 5 ex forzisti del gruppo dei ribelli resterebbero vicini al governo: ciò, unito a un gruppo di deputati Udc che spesso ha mostrato disponibilità verso Lombardo, metterebbe al riparo da scossoni. Soprattutto considerando che l’area del Pd che fa capo a Genovese e Cardinale è sempre pronta a un passo avanti nel rapporto con Lombardo e conta su una decina di deputati. L’incontro fra Miccichè e Berlusconi non c’è stato neanche ieri. Intanto da Catania, dove Castiglione ha riunito lo stato maggiore del Pdl ufficiale, sono arrivati altri appelli al sottosegretario per far cadere Lombardo: «Bisogna ricompattare il Pdl - ha detto il coordinatore regionale - smettendo di sostenere un governo che ha l’apporto determinante del Pd». Domenica era stato Gasparri a protestare per l’asse Micciche-Lombardo-Pd. Ieri il capogruppo all’Ars, Innocenzo Leontini, ha chiesto un «intervento deciso a livello centrale che ponga fine a questa anomalia siciliana. Lombardo è ormai ostaggio del Pd». Ma, mentre Castiglione bocciava esplicitamente la Finanziaria, Miccichè era a Porto Empedocle proprio con Lombardo. E da lì promuoveva la manovra, prendendo ancora le distanze dal Pdl ufficiale: «È una legge diversa da quella degli ultimi anni, individua i problemi e cerca di risolverli». La linea che Miccichè e Dore Misuraca stanno provando a far passare a Roma resta quella di tenere il Pdl nel governo per non far spostare Lombardo a sinistra. Nell’attesa è proprio nel Pd che il dibattito si è riacceso. Lombardo ha parlato apertamente di «coalizione» che comprende Pd e rutelliani. Antonello Cracolici ha chiesto al governatore «di fare una proposta per il futuro» e ha ammesso la natura politica del voto espresso sulla manovra: «Ma lo abbiamo fatto in modo trasparente, facendo approvare una Finanziaria riformista». Il segretario Giuseppe Lupo ha annunciato una consultazione con la base, sul modello delle primarie, per deciedere se e quando entrare in giunta o come far evolvere il rapporto con Lombardo. Ma la premessa di Lupo è che «il Pdl ha tradito la Sicilia. Ha perso la bussola non votando norme che erano nel suo programma solo perchè non è più in giunta. Un suicidio». Capogruppo e segretario Pd hanno dovuto però fare i conti con le perplessità romane. Ignazio Marino ha chiesto al Pd siciliano «di fare una vera opposizione al governo, dimostratosi fallimentare e inadeguato. Il Pd locale ha tradito gli elettori, che lo avevano votato per fare opposizione e non accordi inopportuni». Sulla stessa scia il bersaniano Tonino Russo: «Sbaglia chi pensa che la conseguenza naturale del sì alla Finanziaria sia l’ingresso in giunta. Nel Dna del Pd c’è l’alternativa alla destra».

Caricamento commenti

Commenta la notizia