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Il pentito Di Maio: "Il pizzo non si chiede a chi aderisce all'antiracket"

Parla l'estortore legato alla famiglia Lo Bocchiaro di Santa Maria di Gesù, a Palermo. "Siamo preoccupati. Sono più i problemi che i soldi incassati"

PALERMO. "Se un commerciante aderisce ad Addiopizzo o ad un’associazione antiracket non ci andiamo, non gli chiediamo niente. Sono più le camurrie che i soldi che si incassano”. Con una sola frase il neopentito Giuseppe Di Maio, legato alla famiglia Lo Bocchiaro di Santa Maria di Gesù, racconta di una mafia che ha paura e lancia un messaggio di speranza a chi lotta contro il racket o ne è vittima. “C’è molta preoccupazione fra di noi – ha detto il pentito, che era un estortore in servizio permanente –. Se ci sono le denunce, poi si fanno le indagini, mettono le microspie e dunque è meglio evitare”. Maggiori dettagli si possono leggere nell’edizione cartacea del Giornale di Sicilia in edicola oggi, 30-04-2010.

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