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Palermo, tribunale respinge scarcerazione di Re e Strano

Restano agli arresti domiciliari il responsabile del servizio di medicina iperbarica e l'ex primario della II rianimazione del Civico, finiti sotto inchiesta per corruzione

PALERMO. Restano agli arresti domiciliari Giustino Strano, responsabile del servizio di Medicina iperbarica dell'ospedale Civico di Palermo e l'ex primario della II Rianimazione dello stesso nosocomio, Mario Re, finiti sotto inchiesta per corruzione. I giudici, che hanno respinto le istanze di scarcerazione presentate dai legali degli indagati, sostengono che i due sanitari potrebbero tornare a delinquere e inquinare le prove.  Il collegio, composto dai giudici Vincenzina Massa, Fabio Cosentino e Fabio Pilato, parla di "solidissimo compendio indiziario" a carico di entrambi e  definisce attendibile l'imprenditore Giuseppe Castorina che con le sue dichiarazioni ha incastrato i due sanitari. Strano e Re, finiti ai domiciliari il 25 marzo scorso, erano già stati indagati e sospesi dal servizio nel 2009. Allora rispondevano solo di truffa e falso. Secondo quando riscontrato dai pubblici ministeri Sergio De Montis e Amelia Luise e poi confermato proprio da Castorina, titolare dell'impresa sanitaria Med Line, grazie alla complicità di Strano, Mario Re, e Carlo Martelletti, cardiochirurgo pediatrico poi morto suicida, avevano organizzato un sistema di false fatturazioni in cambio di denaro, regali e favori, facendo risultare che il nosocomio acquistava dall'azienda materiale in realtà mai consegnato.    Secondo i giudici "il prezzo della sistematica corruttela e del mercimonio abituale che Strano faceva della pubblica funzione esercitata" si aggirava attorno ai 40 mila euro l'anno.

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