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Mafia, sequestrati beni a imprenditori agrigentini

Nel mirino della Dia conti bancari e quote societarie di un'azienda di Brindisi riconducibili a Diego e Ignazio Agrò di Racalmuto. Il patrimonio dei due fratelli, arrestati nel 2007, ha un valore di 2 milioni di euro

PALERMO. Le Direzioni investigative antimafia di Agrigento e Lecce hanno sequestrato conti correnti bancari, beni e quote societarie di un'azienda, la Isoa Servizi Srl di Fasano (Brindisi), che opera nel settore dello stoccaggio e del trasporto di olio alimentare, riconducibili agli imprenditori Diego e Ignazio Agrò, originari di Racalmuto (Agrigento). I beni sequestrati hanno un valore di 2 milioni di euro.
A marzo la Dia sequestrò ai due fratelli imprenditori beni per oltre 50 milioni di euro. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Agrigento, su richiesta del pm di Palermo Roberto Scarpinato e sulla base di indagini bancarie e patrimoniali effettuate dalla Dia. I fratelli Agrò sono stati arrestati nel 2007 nell'ambito dell'operazione antimafia 'Domino 2', a seguito delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Di Gati, ex capo della mafia agrigentina, e condannati all'ergastolo per un omicidio commesso nel 1992.

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