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Mafia, condanne per oltre 40 anni a clan trapanese

La pena più alta (10 anni) è stata inflitta a Liborio Pirrone. Rispettivamente a 9 anni e 4 mesi e 8 anni e 8 mesi sono stati condannati i fratelli Giorgio e Stefano Regina, ritenuti i nuovi capi della cosca alcamese

TRAPANI. Il gup di Palermo, Giuseppe Sgadari, ha condannato a oltre 40 anni di carcere, complessivamente, sette tra boss e prestanomi della cosca mafiosa di Alcamo (Tp). Il processo, celebrato in abbreviato, è stato istruito dal pm della Dda Paolo Guido. Un solo imputato è stato assolto. La pena più alta (10 anni) è stata inflitta a Liborio Pirrone. Rispettivamente a 9 anni e 4 mesi e 8 anni e 8 mesi sono stati condannati i fratelli Giorgio e Stefano Regina, ritenuti i nuovi capi della cosca alcamese. Con l'accusa di essere prestanome del capomafia Diego Melodia è stata condannata e 1 anno e 8 mesi l'avvocato penalista Francesca Adamo. Tra gli imputati anche un altro professionista Arcangelo Calandra, medico che avrebbe falsificato un referto, per conto del clan, condannato a un anno e 4 mesi. A 8 anni è stato condannato il boss Ignazio Melodia, tramite tra le cosche palermitane e il latitante Matteo Messina Denaro; mentre 4 anni ha avuto Vito Amato. L'unica assolta, dall'accusa di intestazione fittizia di beni, Paola Urso.

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