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Regionali, crollo nell’affluenza

Percentuale di votanti, per le regionali, che si attesta attorno al 47%, in flessione di circa 9 punti rispetto alle analoghe elezioni del 2005

ROMA. Netto calo dell'affluenza alle urne in questa tornata di regionali e amministrative. Anche le rilevazioni delle 22 confermano e anzi accentuano il trend già registrato nel corso della giornata di ieri, alle 12 e alle 19, con una percentuale di votanti, per le regionali, che si attesta attorno al 47%, in flessione di circa 9 punti rispetto alle analoghe elezioni del 2005. Macroscopico il dato del Lazio, dove il divario è ha raggiunto un picco di quasi 12 punti e mezzo.
Oltre che per le regionali, si vota anche in 4 province e 462 comuni e anche queste consultazioni amministrative vedono una notevole diminuzione di votanti, nell'ordine dei 7 punti sulle provinciali e dei 5 sulle comunali.
Probabilmente anche la bella giornata primaverile e il passaggio, proprio sabato notte, all'ora legale possono aver influito sulle decisioni della gente, spingendo molti a posticipare il voto a domani. Certo è difficile pensare che, per esempio, nel caso del Lazio, il caos liste - che in questa regione ha raggiunto l'apice - e l'esclusione della lista Pdl Roma, non abbiano pesato sulle scelte dei cittadini.
Comunque, solo i numeri finali potranno effettivamente consentire una lettura politica delle cifre e del tasso di astensionismo, tenuto conto del fatto che queste regionali rappresentano un test importante, con molte incognite sui risultati in alcune regioni chiave, e coinvolgono un corpo elettorale consistente, costituito da ben 41 milioni di potenziali elettori. In quest'occasione, tra l'altro, le rilevazioni vengono effettuate dal Viminale solo per 9 delle 13 Regioni chiamate a scegliere i governatori. Per effetto delle leggi elettorali locali, Toscana, Marche, Calabria e Puglia hanno comunicato autonomamente i dati relativi al proprio territorio. Al ministero dell'Interno affluiscono invece le cifre di Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Campania e Basilicata. Per queste regioni il dato complessivo e ufficiale indica un'affluenza al 47,1%, che scende però al 46,2% se si considera il calcolo di sintesi, ufficioso, proiettato su tutte e 13 le regioni.
Ma complessivamente, il segnale che arriva dai seggi indica una contrazione forte e generalizzata dell'affluenza, da Nord a Sud. L'Emilia Romagna, la regione con l'affluenza più alta e l'unica a superare la soglia del 50% (51,5%), registra comunque un 'gap' di 9,5 punti. La Toscana vede una discesa di oltre 10 punti. Anche in Puglia la differenza con il passato supera quota 9. In generale al Sud, anche se la differenza delle precedenti regionali è più contenuta, l'affluenza è rimasta più bassa che al Nord e solo in Basilicata è andata oltre il 45%.
Chi, ovviamente, si è recato alle urne sono i candidati alla carica di governatore: ovunque, già da stamattina, i contendenti in lizza hanno già votato. Così come hanno votato i big nazionali: Berlusconi alle 11.45 a Milano ("Se molliamo ci troviamo Di Pietro", ha dichiarato il premier lasciando il seggio), e Bersani a Piacenza ("La competizione poteva essere migliore se ci fosse stato un confronto diretto tra i contendenti", ha detto ai giornalisti). Tutto regolare, per ora, sul fronte delle operazioni di voto. Anche in Campania, dove per le denunce di episodi di compravendita di pacchetti di voti, si temeva per possibili brogli, non si sono registrati problemi e la task force disposta a Napoli dalla Prefettura sta continuando il monitoraggio. Tra le curiosità che arrivano dalle Regioni, da segnalare la protesta in Calabria degli abitanti di Bocchigliero, piccolo comune del Cosentino, che si sentono abbandonati dallo Stato e hanno disertato le urne: solo 8 elettori su 2.594 si sono presentati ai seggi. In Emilia-Romagna per la prima volta votano anche gli oltre 16.000 elettori concentrati nei sette comuni della Valmarecchia passati recentemente dalle Marche al Riminese. Pochi alle urne anche in Lombardia, dove i giovani, se non da elettori, si sono recati ai seggi almeno come scrutatori. A Milano l'80% di quanti ieri e oggi sono impegnati nelle sezioni elettorali ha meno di 40 anni. Sono studenti, lavoratori precari, disoccupati: in tempi di crisi, i 120 euro di compenso possono tornare utili.
I seggi riapriranno domani alle 7 e chiuderanno definitivamente alle 15. Subito dopo inizieranno le operazioni di scrutinio a partire dalle regionali.

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