Alla Roma gira tutto bene. Trova anche la Lazio che le dà una mano nella grande sfida all'Inter. La Rinascente dell'onesto Edy Reja passa da San Siro e costringe il Milan ad accontentarsi di un punto che non lo toglie di mezzo dalla corsa allo scudetto ma ne riduce soprattutto la spinta psicologica costringendolo a specchiarsi nella propria pochezza. La sconfitta di Parma non è stata assorbita, la Lazio sfiora addirittura la vittoria: lo spirito offensivo dei rossoneri non si riduce e anzi rispetta le volontà tattiche di Leonardo, ma Borriello, Inzaghi e Seedorf non riescono a far dimenticare l'assenza di Pato.
E adesso non è difficile prevedere che la Roma moltiplicherà le forze per confortare il pronostico a suo favore dopo la splendida performance contro lo squadrone che Mourinho ha portato a una vera e propria crisi di nervi. Come spesso accade - e non solo nel calcio - i cantori dello Specialone sono improvvisamente diventati i più severi critici dei suoi atteggiamenti da padreterno. Il Grande Comunicatore è diventato l'insano provocatore che, a forza di sfidare il mondo intero, ha portato l'Inter a una impensabile rassegna di errori, a perdere un vantaggio ritenuto incolmabile, a vedere anche i giocatori più potenti smarrirsi in assalti velleitari: una volta bastava a Mourinho spedire in campo i potenti attaccanti a sua disposizione, moltiplicare gli assalti e spaventare gli avversari come gli è successo contro il Chelsea sorpreso da tanta energia e audacia tattica; adesso i favori della critica son tutti per Claudio Ranieri che - mentre l'Inter pescava sul mercato una mezza dozzina di pedatori famosi e costosi - poneva mano alla ricostruzione di una Roma costretta ad accontentarsi di un paio di prestiti, Burdisso e Toni, che l'hanno imprevedibilmente potenziata. Evviva Ranieri, gridano adesso quelli che non avevano fatto una piega quando la Juve l'aveva scaricato come un tecnico senza qualità.
È una fase altamente emotiva di un campionato che ha recuperato - o forse mai perduto - l'antica bellezza, rifiutandosi di inchinarsi al potere dei soldi e perseguendo al contrario la via del gioco. Così ha fatto la Roma che si permette di chiedere aiuto al suo Totti come se fosse un gregario, e lui ci sta; così stanno facendo il brillante Palermo - baciato dalla splendente condizione di un Miccoli pronto a sfidare le scelte di Lippi - e il Napoli che punta tutto su un pacchetto di quattordici uomini tenuti instancabilmente sulla corda da Mazzarri.
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