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Sanità, sud spendaccione e cittadini insoddisfatti

La Sicilia in testa alla classifica delle regioni italiane per il peggior rapporto spesa-Pil. E soltanto il 21,6 per cento dei pazienti è contento delle cure

ROMA. Il divario Nord-Sud sul fronte della sanità si sta allargando, ed è testimoniato dal gradimento dei cittadini, sempre più basso nelle regioni meridionali. Lo conferma il rapporto Osservasalute 2009, presentato oggi a Roma all'università Cattolica, secondo cui se in Trentino Alto Adige si arriva quasi al 70% di soddisfatti, in Calabria la percentuale è del 14%.
A riportare un giudizio maggiormente positivo sono infatti le Province autonome di Bolzano e Trento e la Valle d'Aosta con la quota di coloro che esprimono un punteggio elevato (voto da 7 a 10) pari rispettivamente al 68,5%, 60,2% e 59,8% per gli uomini e 68,5%, 57,7% e 59,1% per le donne. Decisamente inferiore è la quota di cittadini soddisfatti di Calabria, Sicilia e Campania:  rispettivamente 14,6%, 21,2% e 22,8% per gli uomini residenti in queste regioni e 15,9%, 21,6% e 23,0% per le donne.
Secondo i dati del rapporto, stilato dall'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, alla maggiore soddisfazione non corrisponde una maggiore spesa. Per quanto riguarda la spesa sanitaria pubblica rispetto al PIL, si osserva un marcato gradiente Nord-Sud, con un minimo di 4,97% della Lombardia ad un massimo di 10,58% della Sicilia. Il Nord denuncia una percentuale della spesa sanitaria pubblica corrente media rispetto al PIL pari al 5,56%, il Centro pari al 6,61% e il Mezzogiorno (Sud ed Isole) pari al 9,73%.
"Il Rapporto anche quest'anno conferma una progressiva divaricazione tra le diverse aree del Paese, con le regioni del Centro-Sud che appaiono sempre più in difficoltà - osserva Walter Ricciardi, direttore dell'Osservatorio -. E le premesse per il futuro non sono rosee, perché all'aggravarsi dei fattori di rischio non fa fronte né un'adeguata strategia preventiva, né una di diagnosi precoce e pronta risposta terapeutica da parte delle Regioni più in difficoltà".

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