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“Porto mio fratello a morire in Belgio”, l’annuncio di un catanese

La storia di Pietro Crisafulli e del fratello Salvatore, in stato vegetativo da 6 anni e mezzo dopo un incidente

Catania. "Siamo rimasti soli e non possiamo più aiutarlo, perché Salvatore ha bisogno di aiuto 24 ore su 24. Non possiamo fare altro, ci hanno abbandonati al nostro destino, allora meglio farlo morire: lui è al corrente di questa nostra decisione ed è d'accordo". È la storia di Pietro Crisafulli che annuncia "un viaggio della morte per suo fratello", paraplegico di 45 anni, entrato in coma nel settembre del 2003 in seguito a un incidente stradale e risvegliatosi nell'ottobre del 2005, che, dice, porterà in Belgio per fargli praticare l'eutanasia visto che "da sette anni mi promettono un piano ospedaliero personalizzato a casa, che non è stato mai realizzato".
Già in passato Pietro Crisafulli – che racconta la sua storia sul Giornale di Sicilia in edicola oggi, che pubblica anche la foto dei due fratelli - aveva annunciato di "staccare la spina" degli strumenti che tenevano in vita sua fratello Salvatore e si era schierato "per tenere in vita Eluana Englaro". Un paragone che però l'uomo respinge: "La mia non è una battaglia per la morte - afferma - ma per la vita". "Io farò tutto questo aggiunge - e camminerò con la testa alta perché ho combattuto per la vita di mio fratello. Lui non morirà di stenti, ma se ne andrà via dormendo".

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