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Chiudiamo i Conservatori, producono solo disoccupati

L’Italia, considerata per secoli “il paese della musica”, produce ogni anno migliaia di diplomati dei conservatori di musica, professionisti della musica di impostazione perlopiù classica, strumentisti capaci di suonare ad alto livello tutti gli strumenti, cantanti, compositori, direttori d’orchestra, ma molto pochi di queste migliaia eserciteranno effettivamente una professione nel campo in cui si sono preparati per anni.
Ha senso spendere per formare tante figure professionali altamente specializzate che non hanno sbocchi lavorativi se non minimi? La musica, in particolare quella classica, svolge una funzione utile al proprio paese o no? Se sì, allora bisogna sostenerla e creare sbocchi lavorativi, invece di eliminarli; se no è meglio chiudere le scuole che formano professionisti destinati ad essere disoccupati, cioè chiudere i Conservatori ed eliminare del tutto l’insegnamento musicale in Italia.
Questa affermazione provocatoria viene da un'insegnante, traduttrice di libri musicali.
Monica Cuneo, violista professionista, Milano


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