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Lazio battuta al 92': il Genoa passa all'Olimpico

ROMA. L'obiettivo della Lazio era blindare il terzo posto con una vittoria, portandosi a +4 sull'Inter.
Quello del Genoa rimediare al ko casalingo di domenica scorsa. I rossoblù, ai quali sarebbe andato bene anche un pari, sono andati oltre, portando via dall'Olimpico l'intera posta grazie alla rete di Laxalt nel recupero. Complice una Lazio imballata, assai meno bella del solito, improvvisamente a corto di idee e gioco, 'tradita' da quelli che in genere sono i suoi uomini migliori.

Così arriva il secondo ko consecutivo in campionato per la formazione di mister Inzaghi. Ed il prossimo avversario è il Napoli al San Paolo. E senza l'intervento del Var, che toglie a Laxalt un gol per un fallo di mano non visto dall'arbitro Maresca, il ko sarebbe stato anche più pesante.

Inzaghi inserisce Murgia a centrocampo ed in difesa schiera Caceres, titolare per la prima volta dal suo arrivo nel mercato di gennaio. Immobile unica punta, con Luis Alberto alle spalle.

Assenze 'pesanti', per squalifica, di Milinkovic e Lulic. Genoa con l'ex biancoceleste Pandev davanti, affiancato da Galabinov.
E proprio la mancanza di Milinkovic pesa maggiormente. Tecnica e fisicità del serbo sono caratteristiche insostituibili - Murgia è altro tipo di giocatore - e senza di lui i padroni di casa faticano a sfondare il 'muro' eretto da Ballardini davanti a Perin. Quando si difende il Genoa lo fa a ranghi compatti, con la partecipazione di tutti i centrocampisti e spesso anche di Pandev.

Sul fronte opposto Immobile è isolato, costretto ad arretrare fin quasi alla propria metà campo per cercare palloni giocabili. Luis Alberto è invischiato tra le fitte linee rossoblù e fatica ad innescarlo. Servirebbe la fantasia di Felipe Anderson, ma il brasiliano langue in panchina. Il Genoa, ai margini della zona salvezza, ha bisogno di punti e fa il suo, aspettando l'occasione per partire in contropiede. Asfissiata dal pressing genoano, la Lazio tenta più volte il tiro da lontano, ma la mira non c'è. Prima che il Genoa si faccia vivo dalle parti di Strakosha arriva il 40': Pandev per Laxalt, molto defilato, tiro bloccato facilmente. La replica di Luis Alberto, un minuto più tardi, non spaventa Perin, che para in scioltezza.

E' 0-0 al riposo, con tanto possesso palla laziale, ma inutile. Dopo 45 minuti così soporiferi difficile immaginare i fuochi d'artificio di inizio ripresa. Eppure, nonostante i 22 in campo siano gli stessi, in meno di un quarto d'ora arrivano due reti.

La prima la segna al 10' il fischiatissimo Pandev, sfruttando una sponda di Galabinov ed il metro che gli concede De Vrij. La seconda (14') è il pari di Parolo, al termine il migliore in campo dei suoi. Dopo l'uno-due la partita torna nei binari non entusiasmanti del primo tempo. Il Genoa dà l'impressione di aver dato tutto, ma non è così. Inzaghi tenta di dare la scossa inserendo Nani e Felipe Anderson per Marusic e Murgia, ma i due non daranno l'apporto sperato. Al 35' Laxalt riporta in vantaggio il Genoa, ma la Var rimette tutto in parità. E' solo questione di minuti. La Lazio ormai è in confusione ed in pieno recupero ancora Laxalt sfrutta di testa un cross di Hiljemark e, di testa, batte Strakosha. Stavolta non c'è Var che tenga, il Genoa passa all'Olimpico, mentre la Lazio deve guardarsi le spalle.

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