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Ancelotti gela il Milan: resto al Real o mi fermo - Video

CARNAGO. Carlo Ancelotti gela il Milan. "Ringrazio Berlusconi ma o resto al Real Madrid o mi fermo", ha chiarito l'allenatore di Reggiolo escludendo il ritorno in rossonero prospettato solo poche ore prima dal Cavaliere, che a questo punto deve individuare un altro sostituto per Filippo Inzaghi, il cui destino è ormai segnato. Montella, Mihajlovic, Emery, Sarri, Conte, Donadoni, fino a Brocchi (con Lippi dt): è lunga la lista dei nomi passati in rassegna dai vertici rossoneri è lunga, e si è autoescluso il personaggio forse più suggestivo. "Ho il futuro ben chiaro nella mia mente: o resto qui o mi fermo per un anno", ha spiegato Ancelotti dopo aver assistito dalla tribuna, perché squalificato, all'ultima partita stagionale del Real. Nei prossimi giorni incontrerà il suo presidente, Florentino Perez, che sembra deciso a sostituirlo con un anno d'anticipo con Rafa Benitez, a dispetto dell'opinione dello spogliatoio. Per tutti si è esposto Cristiano Ronaldo con un messaggio su Instagram: "Grande allenatore e persona sorprendente. Spero di lavorare con lui nella prossima stagione".

Sembra così saltare il piano di Berlusconi, che durante la campagna elettorale in Campania ha aperto una parentesi per provare a generare ottimismo nel popolo milanista. "Sono il primo a diffidare dai ritorni, ne abbiamo già avuti in passato e non hanno funzionato, però sono legato a Carletto da una forte amicizia personale - ha spiegato il presidente rossonero a NapoliTv -. Carletto avrà anche assistenti molto bravi che lo asseconderanno in questo lavoro. Ha una grande esperienza di grandi squadre con grandi campioni, conosce il mondo del calcio benissimo, tutto sommato sarà ritorno positivo". "Questo ritorno - ha chiarito Berlusconi - ci sarà solo e soltanto se il Real Madrid deciderà di lasciare libero Ancelotti". Ma evidentemente è Ancelotti ad avere programmi diversi, anche se nei prossimi giorni Adriano Galliani potrebbe volare a Madrid per tentare di convincerlo.     In attesa di scegliere l'allenatore, Berlusconi ha ribadito di "voler fare del Milan la nazionale del calcio italiano" e, in attesa di trovare "qualcuno che possa fare con il Milan quello che il Qatar fa con il Paris Saint Germain", è pronto a investire, forte anche di risparmi e plusvalenze attesi da tagli e cessioni (da Alex a Menez).

Ibrahimovic, Falcao e Darmian sono alcuni dei nomi che circolano, ma non ci sono ancora idee concrete. Se non quella di chiudere l'esperienza con Filippo Inzaghi, che intanto non ha incassato in silenzio la considerazione presidenziale sulle "diverse visioni" nella gestione dei giovani. "I giovani del Milan li conosco meglio di chiunque, ci ho vinto il Viareggio. Pinato, un '95, è andato in B al Lanciano ma fa panchina. I migliori sono quelli del '98 ma in questo momento sarebbe difficile farli esordire in Serie A, anche in altre squadre", ha chiarito Inzaghi, che debuttò in A ventiduenne dopo una gavetta fra C1 e Serie B, e sul tema potrebbe essere supportato dal maestro Ancelotti, che a Madrid solo ieri, nel match contro il Getafe, ha fatto esordire, e giocare per una mezzora, il sedicenne norvegese Odegaard, uno stipendio da 2 milioni di euro e il soprannome di 'Messi di ghiaccio'. "Su molte cose io e il presidente siamo stati d'accordo, su altre no ma mi ha sempre lasciato lavorare. Ha detto anche cose positive non rimarcate. Sceglierò la squadra migliore per battere il Torino", ha aggiunto Inzaghi, assicurando di vivere "come al solito" la vigilia di quella che con ogni probabilità sarà la sua penultima volta sulla panchina del Milan, ultima a San Siro: "Berlusconi ha detto che nessuno è stato esonerato. Ho un altro anno di contratto, se il club non mi dà comunicazioni vado avanti. Quando uno dà tutto, non ha rimpianti".

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