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Amichevole Nazionale, Conte: pari giusto e divertente - Video

TORINO. «Un'emozione davvero forte». Tra un tuffo nel passato e uno sguardo al futuro, Antonio Conte torna allo Juve Stadium dopo tre anni di vittorie, e racconta la sua notte: «Entrare nello spogliatoio, sedere in panchina, ritrovare quella parte del campo consumata andando avanti e
indietro: è stato un tuffo nel passato, ed è stato un bel tuffo», racconta. Ha ricevuto il saluto con Agnelli, «un piacere come sempre, quando lo rivedo», e l'applauso del pubblico. Nessun incrocio con John Elkann, «ma per me
l'incidente era già chiuso». Quel che gli resta, è soprattutto aver rivissuto il ricordo di ogni istante della sua avventura in bianconero. Ora l'avventura è azzurra, e Conte la vive con la stessa intensità. Mandando un messaggio anche nel giorno della diplomazia a chi non digerisce il suo modo di allenare, di «dare una scossa con le buone o con le cattive», per dirla con le sue parole del prepartita: «Dobbiamo lavorare tanto, perchè voglio che questa nazionale diventi squadra, e non selezione».

E dunque allenatore, non selezionatore. «Dobbiamo credere in questi giocatori, aspettare questi ragazzi», è il motto della serata di Conte. «L'esempio lampante è Valdifiori: non guardo al curriculum: ha esordito bene, senza problemi. Sto davvero allargando la rosa dei giocatori per questa nazionale». «A me non era dispiaciuta neanche l'Italia di Sofia, dove
potevamo vincere. Ma stasera è stata una partita tra due squadre che volevano vincere: risultato giusto». Conte parla di un'Italia calata alla distanza, «anche se pure nel secondo tempo abbiamo avuto la possibilità di segnare». Ha avuto l'occasione di vedere giocatori nuovi «alcuni per 90' e altri per un'ora, come Valdifiori: è stata una proposta importante. Come Soriano, lo stesso Eder. E Pellè, al quale l'esperienza internazionale serve tanto».

Gli inglesi gli chiedono di Balotelli, e lui sfodera ancora diplomazia: «Mi auguro che giochi e dia un apporto importante al Liverpool: sono andato a
Southampton-Liverpool, Pellè giocava lui no. Non chiudo la porta a nessuno, perchè non me lo posso permettere. Ma abbiamo anche bisogno di segnali importanti, da Balotelli come da Borini, da Giovinco, da Osvaldo, da tutti quelli che giocano all'estero e che seguiamo».

«Bisogna crescere, e per farlo dobbiamo dare continuità al nostro lavoro. Se mi basta quel che abbiamo fatto finora? Fino a a un certo punto: ho rivisto i giocatori dopo quattro mesi, non è facile memorizzare il lavoro. Dare una percentuale al progresso del nostro lavoro è difficile - sottolinea il ct - Abbiamo bisogno di lavorare, ho fiducia nello spirito di questi ragazzi, che giocano con grande orgoglio per la maglia azzurra: possiamo piacere, altre volte meno, ma questo nessuno lo può negare. Sappiamo noi per primi che il cammino è bello lungo».

«L'Inghilterra in questa annata ha vinto sette partite su sette - ricorda a tutti Conte - C'era da parte loro la voglia di restare imbattuti. Noi ora più sereni? La serenità la dà il lavoro, serate come queste fanno molto bene a tanti giovani».

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