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Pescatori sequestrati in Libia, un sostegno economico da Antonio e Vincenzo Cancascì

Un sostegno concreto per i familiari degli uomini dei pescherecci sequestrati in Libia. Un aiuto economico, immediato, per chi ha vissuto, per ben 108 giorni, nell'ansia e, in molti casi, senza alcun reddito. Un gesto di vicinanza e di profonda solidarietà che arriva dai fratelli Antonio e Vincenzo Cancascì, fondatori del gruppo Levantoil srl. La società nei prossimi giorni si insedierà proprio nel territorio di Mazara del Vallo presso il deposito di carburanti ex Pinta Zottolo Spa. Un insediamento avvenuto - come spiega Levantoil - su assegnazione del tribunale di Marsala a mezzo di una gara pubblica.

Tre giorni prima della liberazione la società aveva annunciato in una lettera inviata al sindaco di Mazara, alle forze dell'ordine e al Vescovo l’intenzione di voler mettere a disposizione un aiuto finanziario per i familiari dei pescatori che erano stati sequestrati. Intenzione che si è concretizzata.

“Un modo – spiegano Antonio e Vincenzo Cancascì fondatori del gruppo Levantoil srl -, per sopperire alla mancanza di reddito che si è protratta per queste famiglie per più di tre mesi. Un modo anche per regalare loro un po' di serenità durante le festività natalizie. Festività che grazie all'impegno del Governo, dell'intelligence e del corpo diplomatico prendono forma nel modo migliore con il rientro dei 18 pescatori in Italia”.

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